Nidi in montagna nel Bellunese: aiutate 22 famiglie. La Fondazione Welfare riapre il bando

Nell’attività 2024 anche il sostegno a due vittime di violenza, l’anno prossimo un fondo per doposcuola e centri estivi

Alessia Forzin
Con il progetto Nidi in montagna la Fondazione Welfare aiuta le famiglie
Con il progetto Nidi in montagna la Fondazione Welfare aiuta le famiglie

Una mano tesa alle famiglie con figli piccoli che vivono in montagna, alle donne vittime di violenza, agli studenti. La Fondazione Welfare Dolomiti Belluno sta per chiudere un 2024 molto ricco sotto il profilo dei progetti sviluppati. E guarda con ottimismo e fiducia al 2025, anno in cui punta ad istituire un fondo per sostenere doposcuola e centri estivi e ad attivare il microcredito per persone in difficoltà.

La scorsa settimana i soci fondatori si sono riuniti per l’assemblea nel corso della quale è stato fatto il punto sulle attività. Sono ventidue le famiglie aiutate a mandare il figlio al nido in montagna nel 2023 (il contributo è stato liquidato a febbraio di quest’anno, per questo entra nel bilancio delle attività 2024 della Fondazione), cinque i Nido che hanno ricevuto un sostegno economico.

NIDI DI MONTAGNA

«Il contributo è duplice», spiega la presidente dell’ente, Francesca De Biasi. «Da un lato viene sostenuto il Nido, dall’altro le famiglie, che ricevono 300 euro per abbattere le rette. Nel 2023 abbiamo ricevuto 22 domande, da cinque asili nido, che sono state liquidate a febbraio 2024». Beneficiarie sono le famiglie con figli che frequentano un Nido situato ad almeno 600 metri di altitudine e con Isee inferiore ai 15 mila euro.

Un altro progetto cardine della Fondazione è quello di sostegno alle donne vittime di violenza (c’è un protocollo in essere con la Prefettura): la Fondazione paga le prime cinque notti in albergo - temporalità estesa, inizialmente erano tre notti - alle donne costrette a lasciare la casa in cui vivono per salvarsi da un compagno violento. Due le richieste arrivate quest’anno alla Fondazione, che si è attivata per sostenere le donne.

STUDENTI E LAVORATORI

La Fondazione ha inoltre contribuito all’attivazione di Investi scuola, l’abbonamento a prezzo unico ai mezzi pubblici per gli studenti di tutta la provincia (10 mila euro investiti).

Sul fronte della valorizzazione dei talenti bellunesi, di recente ha promosso un concorso, riservato ai giovani (“Ci sto bene”), con il quale i ragazzi attraverso video e reel potranno raccontare ai loro coetanei i motivi per cui vale la pena vivere o tornare a vivere a Belluno.

La Fondazione fa inoltre da mediatore per l’attivazione di sostegni economici alle famiglie di persone morte sul lavoro, e in qualità di partner aderisce al progetto “Primavera Casa”, che mira a reimmettere nel mercato immobiliare della Valbelluna alloggi sfitti così da garantire una sistemazione per chi viene nel Bellunese a lavorare.

L’ANNO CHE VERRà

Nel 2025 ormai alle porte, la Fondazione Welfare Dolomiti mira a incrementare la raccolta fondi, coinvolgendo più lavoratori nella donazione di un euro dal proprio stipendio. «Con maggiori entrate potremmo istituire un fondo per doposcuola e centri estivi, che è fra i nostri progetti», spiega De Biasi. «Partiremmo dalle realtà di montagna, per poi scendere in base alle risorse a disposizione, e potremmo ampliare i criteri di accesso al contributo».

Sarà riproposto il bando Nidi in montagna (le domande vanno inoltrate entro il 31 gennaio) e fra gli obiettivi c’è anche quello di attivare una linea di microcredito assumendo in seno a Fondazione Welfare l’iniziativa del Ceis.

Infine, nell’ambito del progetto “Primavera Casa”, c’è l’ipotesi di istituire un fondo di garanzia a favore di proprietari di immobili che decidano di affittare. Ci si lavorerà nel 2025.

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