Niente omologazione, niente Boscherai

L’Union vuole giocare le gare di serie D nel nuovo impianto, ma la pratica gestita dal Comune di Pedavena è bloccata

PEDAVENA. Tutte le procedure di omologazione del sintetico di calcio del Boscherai sono bloccate da oltre un mese. L'iter è in mano al Comune di Pedavena e l'Union Ripa La Fenadora, che è senza casa per disputare la serie D e da settimane è costretta a giocare altrove con un duro colpo economico per le spese degli affitti di strutture alternative e i mancati incassi per la lontananza da Seren (dove i tempi per adeguare l'impianto sono ancore più lunghi) o Pedavena, lancia l'allarme mentre continua ad aspettare per poter inoltrare la richiesta di una deroga alla Lega nazionale dilettanti per disputare le partite senza divisione tra le tifoserie sugli spalti, non appena sarà disponibile l’agibilità del campo così com'è.

«Il problema», lamenta il direttore generale della società neroverde Mario Dal Soler, «è che il Comune non è in grado di spendere i 3 mila 500 euro da versare alla Lega nazionale dilettanti per l'omologazione del manto erboso (mentre per l'impianto del Boscherai serve l'autorizzazione della Commissione di vigilanza dei pubblici spettacoli, che è l'organo avente la funzione di esame e controllo composto da Coni, Vigili del fuoco, Usl, da un ingegnere per gli impianti elettrici e termici e dai vigili urbani per la sicurezza). Il Comune non ha i soldi e quello che mi amareggia è che non ci coinvolga per dire di trovare una soluzione», tuona Mario Dal Soler, dando sfogo allo scoramento della società. «Potremmo anche anticipare la cifra da stornare un po' alla volta in termini di contributo. Non si può andare avanti così, il calcio per noi è sempre stato divertimento e passione, ma quando diventa un calvario viene voglia di mollare. Siamo ancora in alto mare e siamo stufi. Mi domando, se non fossimo riusciti a portare 150 mila euro di contributo della Regione per il sintetico a cui si aggiungono i 150 mila euro di mutuo del quale l'Union copre gli interessi, con quali fondi il Comune avrebbe finito?», si chiede il direttore generaleg. «Ci siamo esposti per fare sport, abbiamo 230 bambini delle giovanili oltre alla prima squadra e un campo finito che necessita dell'agibilità». Quantomeno il sopralluogo della Commissione pubblici spettacoli dovrebbe essere vicino. A riferirlo è il sindaco pedavenese Teresa De Bortoli: «Si dovrebbe riunire tra una decina di giorni per approvare l'impianto da rugby e da calcio così com'era previsto nel progetto. La copertura economica l'abbiamo trovata, dopo di che si vedrà quali sono i passi successivi perché la serie D possa giocare». (sco)

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