Niente rimpatrio la storia di Dal Molin fa il giro del mondo

Ieri una manifestazione davanti al Consolato a Montevideo Il Comune di Belluno gli sta cercando una sistemazione

BELLUNO. Lo hanno intervistato alcune tra le principali emittenti televisive uruguaiane, della sua storia si stanno occupando anche i giornali di Argentina, Cile e Perù, ma per il bellunese Giovanni Dal Molin il rientro in Italia sembra ancora lontano.

Una storia, quella dell’85enne nato nel 1928 a Limana ed emigrato giovanissimo in Sud America (dopo essersi arruolato, giovanissimo, con i partigiani durante il secondo conflitto mondiale), nata alcuni anni fa sul conflitto tra la burocrazia internazionale e l’ultima volontà dell’anziano, che sentendosi ormai alla fine della sua esistenza ha espresso il desiderio di trascorrere i suoi giorni nella terra che gli ha dato i natali.

Ma il Consolato italiano, non avendo certezze sulla sistemazione di Giovanni Dal Molin una volta rientrato in Italia, non gli ha ancora concesso il rimpatrio.

Certezze che sembravano finalmente arrivate nei giorni scorsi, quando grazie anche al tam tam delle numerose associazioni uruguaiane operanti nell’ambito dell’immigrazione la notizia era giunta al Comune di nascita di Giovanni Dal Molin, appunto Limana. Si era subito attivato il servizio comunale di assistenza sociale, interessando anche l’associazione Bellunesi nel Mondo, ma è di ieri la notizia che il Comune di competenza è diventato Belluno. Si, perchè Giovanni Dal Molin, nel 2009, ha spostato la sua residenza nel capoluogo bellunese. Nonostante viva ormai da una sessantina d’anni in Sud America, infatti, il signor Giovanni è iscritto all’Aire (Anagrafe italiana residenti all’estero), come obbligatorio per tutti i connazionali che si fermano per un periodo superiore ai sei mesi oltre confine.

Un nuovo intoppo, insomma, sulla via del rimpatrio, anche se il Comune di Belluno si è già attivato, interessando anche la società che ha in gestione i servizi delle case di riposo e dei centri di assistenza per anziani di sua competenza.

«Una storia, quella del signor Dal Molin, che sta interessando molte persone», hanno riferito ieri dagli uffici dell’associazione Bellunesi nel Mondo. «In questi giorni sono stati tanti i bellunesi residenti all’estero, oltre che dall’Uruguay anche da Germania, Argentina e Australia, che hanno richiesto informazioni più dettagliate sulla vicenda e sulla persona. Molti di loro hanno anche chiesto come poter aiutare economicamente il signor Giovanni. Oltre ad attivare tutte le autorità competenti, stiamo anche cercando di contattare eventuali parenti del signor Dal Molin».

Non bastassero gli intoppi burocratici, a far preoccupare l’85enne, che da una decina d’anni risiede a Montevideo (dove è ospite della Congregazione degli Scalabriniani) sono anche le notizie riguardanti il Consolato italiano a Montevideo.

L’ipotesi, seppur priva di riscontri ufficiali, che la sede venga soppressa lasciando al suo posto solo un ufficio territoriale (ma che farebbe riferimento al Consolato italiano di Buenos Aires) rischia infatti di ingolfare ulteriormente la pratica di Giovanni Dal Molin. Anche per questo molte associazioni si sono attivate, manifestando ieri proprio davanti alla sede del Consolato italiano a Montevideo. Con Giovanni in prima fila.

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