Niente soldi e cantiere fermo a Malga Fontana Secca
QUERO VAS
Tutto fermo a Malga Fontana Secca e Col de Spadarot: il cantiere di riqualificazione dell’area, elaborato tramite progetto del Fai, fondo ambiente italiano, in collaborazione con l’amministrazione Zanolla, era stato inaugurato il 22 giugno 2019, ma da allora non è più andato avanti, perché mancano i fondi. Annunciato nel 2017, il costo dell’intera operazione previsto sarà di 1 milione218mila euro. Il bene, di circa 150 ettari, era stato donato alla fondazione nel 2015 da Bruno e Lilliana Collavo in memoria dei genitori, affinché venisse risistemato.
Attualmente malga Fontana Secca è composta da tre fabbricati rurali, dalle rovine di una vecchia stalla e dai resti di trincee militari risalenti al periodo della Grande Guerra: di malga Col de Spadarot restano invece pochi ruderi. Oltre al valore naturalistico il luogo conserva anche il peso della storia: su queste vette si spinse infatti l’esercito italiano nel momento decisivo per la resistenza agli austroungarici a seguito della sconfitta di Caporetto.
«Al momento è difficile stabilire una data di ripartenza del cantiere», spiega l’assessore comunale al turismo Cristina Dalla Rosa, «vista la situazione con il Covid, ma la volontà dell’amministrazione di puntare sul rilancio turistico dell’intera area non cambia. È un progetto che appoggiamo in pieno, perché altrimenti Malga Fontana secca, alla pari dell’intera zona sarebbe stata soggetta a degrado. Il problema di fondo in questo caso è il reperimento di finanziamenti: il Fai se ne sta occupando, ma il periodo è difficile e al momento non si intravedono bandi aperti all’orizzonte».
Per il rilancio dell’area, secondo il progetto, si punterà pertanto al recupero paesaggistico e ambientale di entrambi i luoghi mediante la riattivazione dei pascoli con la reintroduzione di bovini da latte e in particolare della burlina per la produzione di formaggi tipici del territorio come il Morlacco e il Bastardo.
All’allevamento stagionale e alla produzione casearia si aggiungerà poi la seconda parte, che riguarda la possibilità di pernottamento a bivacco: a questo scopo verranno restaurati e rifunzionalizzati gli edifici rurali, nei quali l’autosufficienza idrica ed energetica sarà garantita dall’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. La terza parte del progetto comprenderà infine la valorizzazione storica del sito: all’interno dei fabbricati uno spazio sarà infatti dedicato alla mappatura del fronte della Grande Guerra, grazie alla raccolta di documentazione del periodo e dei reperti bellici che verranno conservati per essere mostrati al pubblico. —
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