No a nuove centraline e a pale eoliche

La commissione Tam del Cai ha visitato ieri la valle di San Lucano dove si vorrebbero costruire tre impianti sul Tegnas

TAIBON AGORDINO. No a nuove centraline idroelettriche, quando non sono strettamente indispensabile, perché “l’acqua è un bene comune”. Sì alla caccia ai cervi, dove è consentita, assolutamente no nella foresta del Cansiglio.

Foresta che per essere meglio tutelata dovrebbe restare in mano alla Regione, quindi a “Veneto Agricoltura” (i sindaci la pensano in modo diverso). No al parco eolico sul monte Pizzoc, con mulini a vento alti 50 metri e quindi eccessivamente impattanti; sì, invece, all’energia eolica in quei siti in cui può risultare compatibile.

È la posizione della Commissione Tam, del Cai, per la tutela della montagna. Il presidente regionale Simone Papuzzi ne ha parlato al direttivo del Cai provinciale di Belluno, nella giornata di sabato, e ieri durante il raduno in valle San Lucano, nel comune di Taibon.

«Non vogliamo fare i fondamentalisti dell’ambiente, preferiamo posizionarci dopo aver approfondito le situazioni. Bene, in valle San Lucano – ha spiegato Papuzzi ai suoi – vanno conservate quelle dimensioni di wilderness che oggi ci sono e che lo stesso Comune vorrebbe tutelare e promuovere, con servizi ancora migliori. Ne deriva, come conseguenza, che lungo il torrente Tegnas sono improponibili le captazioni previste da tre progetti, di cui due a monte e a valle delle bellissime cascate».

La Tam e, di conseguenza, il Cai fanno proprie le istanze della maggior parte della popolazioni e delle associazioni ambientaliste, in particolare quella dell’”Acqua bene comune”, che hanno anche protestato contro le possibili centraline. Una posizione, quella della Tam e del Cai, che non è di fondamentalismo ideologico, ma di rispetto delle istanze che maturano dal territorio e che, pertanto, si evidenzia di caso in caso, non una volta per tutte. Tanto che il Cai bellunese, d’accordo appunto con la Tam, ha deciso di approfondire il tema con un tavolo di lavoro, i cui risultati saranno esposti in un importante convegno pubblico. «Certo è che in valle San Lucano i dubbi sono ormai propri: la vocazione turistica di questo ambiente è quella che fa riferimento ad un wilderness non finalizzato a se stesso, ma alla capacità del turista di usufruirne in modo intelligente». Non si poteva, in una giornata come quella di ieri, non parlare anche della problematica dei cervi.

«Il Cansiglio deve rimanere un polmone naturale salvaguardato nella sua preziosità, quindi anche la Tam ed il Cai concordano sull’esclusione della caccia, come ha ribadito il presidente Zaia, e come hanno condiviso già numerose associazioni». Riserve sul parco eolico del monte Pizzoc perché il contesto ambientale consiglierebbe di non abbruttirlo con strutture fisse alte 50 metri e cementate a terra per metri di profondità.

Francesco Dal Mas

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