No a nuovi posti senza la quota sanitaria

Case di riposo. Non convincono le nuove attribuzioni di letti volute da Venezia. «Favoriti i ricchi»
TREVISO 06/12/2006 INTERVISTE ANZIANI - interviste anziani
TREVISO 06/12/2006 INTERVISTE ANZIANI - interviste anziani

BELLUNO. La giunta regionale autorizza per l’Usl 1 246 nuovi posti letto per anziani non autosufficienti accreditabili, che passano così da 1.047 a 1.293. L'approvazione della nuova programmazione, che secondo l’intento dell’assessore Sernagiotto dovrebbe riequilibrare le dotazioni dei territori, non piace agli addetti ai lavori, visto che i nuovi posti non sono supportati da impegnative di residenzialità, cioè non sono sostenute dalla quota sanitaria. C’è, quindi, il rischio che diventino accessibili soltanto ai privati che possono permettersi di pagare l’intera tariffa del servizio.

Un po' come sta già accadendo oggi, visto che i posti attualmente attivi nell'Usl sono 939 ma le impegnative sono soltanto 910 cioè (- 29).

«Il problema oggi non è il posto ma la copertura delle impegnative che consente una compartecipazione più limitata dell'utente e del Comune su cui oggi si basa la tenuta dei servizi. Avere più posti letto senza copertura finanziaria da parte della Regione non ha senso, anche perché siamo di fronte a una fase nebulosa, perché il problema non è tanto l’offerta, quanto la domanda che scarseggia», precisa il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Usl 1 Jacopo Massaro. Ad intervenire sulla questione e a esprimere le proprie perplessità sull’aumento dei letti, è anche il referente della Conferenza per l’area anziani, nonché direttore della casa di riposo di Zoldo e Longarone, Arrigo Boito. «Questa scelta non va nella direzione sperata cioè di garantire la possibilità di accesso alle case di riposo a tutti i cittadini grazie alla copertura della Regione. C’è il rischio di vedere persone con soldi scavalcare quelle che sono nelle liste di attesa e quindi accaparrarsi i posti liberi senza impegnativa, mentre chi non può permetterselo aspetterà che si liberi un letto coperto dalla quota sanitaria regionale. La cosa che ci interessa è che tutti i nostri 939 posti letto siano accreditati cioè abbiano la quota sanitaria, non solo i 910 attuali. Bisogna distribuire le impegnative di residenzliatà in base al fabbisogno e quindi ogni posto letto in casa di riposo deve avere l’impegnativa regionale. Altrimenti il servizio diventa privatizzato». «Se si volesse coprire anche questi posti con la quota sanitaria significherebbe diminuire per tutti i cittadini la quota garantita il che è una cosa assurda», dice Sergio Reolon consigliere regionale del Pd. «Belluno ha più posti letto autorizzati di quante siano le impegnative di residenzialità, e questo non può tradursi nella riduzione delle quote pro capite. La Regione deve ridistribuire anche le risorse non solo i posti letto».

Paola Dall’Anese

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