«No a una nuova fase di stallo»
BELLUNO. «Le diatribe partitiche non ci interessano, quel che non vogliamo è che il fondo per le aree di confine subisca un altro stop. Sarebbe una sciagura per le amministrazioni locali, per le imprese e per il territorio bellunese nel suo insieme». È netta la presa di posizione di Confindustria Belluno Dolomiti, Confartigianato e Appia – Cna, in merito alla richiesta di chiarimento arrivata dalla giunta per le elezioni di Montecitorio al deputato Roger De Menech. Gli si chiede di chiarire la sua posizione, perché De Menech è un parlamentare ma è anche (dal 2014) presidente del Comitato di gestione dei fondi ex Odi.
«Non spetta a noi prendere le parti di questo o quel rappresentante politico», spiegano i rappresentanti delle categorie economiche, «ma non possiamo non esprimere pubblicamente la forte apprensione per i recenti sviluppi che riguardano il fondo per le aree di confine. Proprio adesso che, dopo anni di attesa, interruzioni e ripartenze, si sta giungendo alla definizione dei progetti e, quindi, degli interventi da realizzare».
Alcuni di questi, a regia provinciale, «rappresentano una grande opportunità per migliorare la competitività del territorio: pensiamo alla diffusione della banda larga e alla conseguente digitalizzazione del sistema economico e produttivo, nonché al piano di marketing territoriale e ad altre iniziative che vedono direttamente coinvolto anche il mondo delle imprese. Non potremmo accettare passivamente una nuova fase di stallo, che provocherebbe ulteriori ritardi, a scapito delle aree di confine e dell’intera provincia».
La richiesta di Confindustria, Confartigianato e Appia è chiara: «La pur comprensibile dialettica politica non provochi ulteriori danni a un territorio che nel prossimo futuro è chiamato ad affrontare sfide importanti, come i Mondiali di sci alpino di Cortina del 2021, e che da anni attende la ricaduta di quei fondi stanziati per ridurre il gap, sempre più evidente, con le vicine realtà a statuto speciale. Questo, davvero, la popolazione e l’imprenditoria bellunese non riuscirebbero a comprenderlo e accettarlo».
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