«No ai profughi». «Siete disinformati»

Rete 4 titola “Il paese contro il parroco”. Il botta e risposta c’è ma è tra sindaco e abitanti. E vola qualche fischio dal gazebo

LIMANA. Limana in diretta su Rete 4 sul tema profughi. Ieri sera, lo staff della trasmissione “Dalla vostra parte” era in piazza a Navasa, frazione che ospiterà l’arrivo, previsto per i prossimi giorni, di alcuni richiedenti asilo, al massimo sei, come comunicato due giorni fa dalla Prefettura all’amministrazione comunale. Le preoccupazioni e le perplessità dei residenti erano emerse una settimana e mezzo fa nel corso dell’incontro organizzato dalla giunta De Zanet per informare la popolazione. Preoccupazioni saltate in primo piano anche ieri sera nel corso della diretta che Rete 4 ha titolato: «Il paese contro il parroco», forse il riferimento a chi gestisce il caso profughi in provincia. «Preoccupa il posto i cui i nuovi profughi saranno ospitati, il centro Ceis. Una location non idonea, sappiamo già che nasceranno problemi», ha esordito Giovanni Puppato, consigliere di “Limana Viva”, rispondendo all’inviato, il giornalista (bellunese) Roberto Poletti.

«Mio padre ha lavorato 25 anni in Svizzera, ma la situazione era completamente diversa», ha aggiunto Giuseppe De Cet, rappresentante di Forza Nuova a Belluno. «Io non sono razzista, so cos’è l’emigrazione perché ho vissuto per quasi mezzo secolo in Svizzera», ha detto Carmela Bortot, una residente di Navasa. «Ora però ho paura, vivo sola, proprio di fronte a dove saranno ospitati i nuovi profughi».

Del problema della sicurezza ha parlato anche Mauro Armelao, segretario regionale dell'Ugl Polizia, che ha anche ricordato che, con l’accorpamento della Prefettura di Belluno a quella di Treviso, saranno messe a rischio, a caduta, la Questura potrebbe essere declassata, e non solo. «Neanche nel Bellunese ci sentiamo più tutelati dallo Stato», ha fatto presente Alberto Vettoretto. «Siamo favorevoli a integrare chi scappa dalla guerra. Ma il problema è che gli arrivi sono costituiti per la maggior parte da clandestini».

Il sindaco Milena De Zanet, presente con diversi assessori, ha cercato di smorzare i toni: «Capisco le preoccupazioni, ma tengo a far presente che qui a Limana abbiamo già l’esempio di integrazione positiva dei 10 profughi ospitati a La Cal, che tra l’altro abbiamo impegnato in attività di volontariato sul territorio. Ricordo che le amministrazioni, sul fronte nuovi arrivi, non possono decidere nulla, se non adeguarsi a quanto viene stabilito a livello centrale. E credo ci sia parecchia disinformazione. Ed è anche questa a creare tra le persone reazioni esagerate». Non è mancato qualche fischio, infatti ma diversi presenti “dietro le quinte”, hanno sottolineato che per la trasmissione si sarebbe dovuta coinvolgere la popolazione. «Non strumentalizziamo politicamente temi come l’emigrazione in dirette di pochi minuti», ha commentato il consigliere Luciano Reolon. «Si dice di voler raccogliere l’opinione del paese, ma in realtà questa sera (ieri, ndr) il paese non c’è. Pochissimi i residenti di Navasa presenti». «Limana non è quella emersa in trasmissione. Noi limanesi non siamo così», ha evidenziato una delle volontarie impegnate nell’accoglienza ai La Cal. «Sono tante le persone che nell’ultimo anno han lavorato per garantire l’integrazione. Chi arriva qui da noi scappa da situazioni disastrose e ha storie terribili. Mia nipote di 12 anni ha detto una cosa che fa riflettere: noi abbiamo solo avuto la fortuna di essere nati dalla parte “giusta” del mondo. Perché allora non dobbiamo aiutare chi è meno fortunato di noi?»

Martina Reolon

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