«No alle caffetterie ad ogni chilometro»

Kurt Diemberger, mostro sacro dell’alpinismo, richiama al rispetto della natura in quota 

COMELICO SUPERIORE. Dolomiti senza confini ha “scomodato” un mostro sacro dell’alpinismo internazionale.

Kurt Diemberger è l’unico alpinista in vita ad ad aver scalato due Ottomila in prima assoluta e ieri era presente sul passo Monte Croce di Comelico per offrire la propria “benedizione” al progetto seppur accompagnata da un monito di carattere ambientalista.

«Bisogna imparare a mantenere la barriera della fatica, per questo motivo la Friedensweg (via di pace) dovrà isolarsi da pericolose incursioni umane. Non dovrà essere realizzata una caffetteria ogni pochi chilometri, gli alpinisti dovranno gestirsi e ad arrangiarsi in autonomia portandosi in spalla lo stretto necessario per completare la propria escursione. E poi un’altra cosa che reputo molto importante: cerchiamo di tagliare meno alberi possibili in montagna, è uno scempio. Il taglio degli alberi andrebbe regolamentato con maggiore attenzione».

Nato a Villach in Austria ottantasei anni fa, Kurt Diemberger oggi vive in Italia, a Monte San Pietro in provincia di Bologna. «Giornate come queste aiutano a rivivere quelle emozioni vissute ad alta quota quando ero più giovane ed atletico». Un tuffo nel passato celebrato da tanti che hanno acclamato Diemberger tra selfie ed autografi.

Sempre a proposito di Dolomiti senza confini, ha parlato di «miracolo» il presidente nazionale del Cai, Vincenzo Torti: «Quanto presentato oggi lo ritengo a tutti gli effetti un miracolo che inserisco di diritto nel novero delle grandi iniziative che il Cai nazionale sta portando avanti in questi ultimi tempi. Parlo della riqualificazione della storica via Rochers sul monte Bianco ma anche del rilancio del sentiero Italia, seimila chilometri che coinvolgono anche la Sardegna. Il Cai nazionale, in un momento di crisi generalizzata, cresce in maniera costante ed a testimoniarlo è il numero di iscritti in aumento. Questo fattore è da ricondurre a mio avviso alla credibilità che l’ente ha acquisito, ma anche ai valori portati avanti ed alla coerenza messa in campo; coerenza che alla lunga paga sempre. Il futuro della montagna passa per una inevitabile modernizzazione, solo così riusciremo a coinvolgere i giovani. Qualcosa in tal senso lo stiamo già facendo ma la strada è lunga e faticosa». (dierre)

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