No alle seconde case negli scantinatiCortina vince la battaglia giudiziaria
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dalla Breon srl contro una sentenza del Tar dando ragione al Comune di Cortina. La causa riguardava il tentativo di trasformare gli scantinati di un immobile in seconde case
CORTINA.
Nuova vittoria giudiziaria per il comune di Cortina nella battaglia contro la speculazione edilizia. La IV sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dalla Breon srl contro una sentenza del Tar del 2009 e ha imposto alla società il pagamento delle spese giudiziarie sostenute dal Comune. La causa riguardava il tentativo di trasformare gli scantinati di un immobile situato in zona Pontechiesa in quattro seconde case.
Ora i locali in questione, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, entreranno nel patrimonio del Comune; e questa è una sentenza che potrebbe fare scuola. Il 18 dicembre 2009 lo stesso Consiglio di Stato aveva già rigettato la domanda di sospensione della sentenza del Tar, ma la Breon proseguì la sua lotta legale. Si tratta della vicenda riguardante il tentativo di trasformare gli scantinati di un immobile situato in zona Pontechiesa in quattro seconde case. I tecnici comunali, durante un sopralluogo di verifica, avevano individuato l’installazione di citofoni, di impianti di riscaldamento e gas, delle predisposizioni per telefono e tv, di armadi a muro e di una tettoia di copertura della scala d’accesso. Da lì era iniziata la battaglia giudiziaria che si è conclusa definitivamente con la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato senza tentennamenti l’effettiva abusività dell’intervento edilizio e il tentativo di frode ai danni dell’amministrazione comunale. «Quando tre anni fa intraprendemmo questa avventura», dichiara l’assessore all’Edilizia, Stefano Verocai, «avevo scarse speranze di ottenere un qualche risultato, perché anch’io, come molti, ero convinto che Cortina faceva troppa gola agli speculatori e che il Comune gioco forza sarebbe stato perdente, come peraltro sempre successo in passato. Gli ultimi eventi dimostrano invece che, quando c’è la seria volontà di salvaguardare il proprio territorio, non ci sono soldi, avvocati o amicizie altolocate che tengano. A questo punto possiamo dire senza mezzi termini che i tempi duri sono finalmente arrivati anche per gli speculatori. Questa», conclude Verocai, «è una sentenza che farà scuola a livello nazionale; e non è la prima volta che arriviamo ad un risultato simile. Si pensi, infatti, che la sentenza del Tar che tempo fa ci diede ragione circa il divieto di trasformare le baracche in zone rurale in condomini viene chiamata nell’intero Veneto “sentenza Cortina” ».
Soddisfatto anche il sindaco Andrea Franceschi. «Questa vicenda», dice, «testimonia una volta di più la serietà con cui l’Amministrazione sta affrontando la difficile sfida contro le speculazioni edilizie. Le vittorie che stiamo inanellando in serie sono un premio alla serietà con cui vengono svolti i controlli e alla fermezza con cui vengono portate avanti le vertenze giudiziarie. E, nel caso specifico, mi sento di ringraziare la professoressa Maria Alessandra Sandulli e gli avvocati Federico Bressan e Paolo Brancato per l’ottimo lavoro. La linea della fermezza paga», conclude, «e credo che gli speculatori furbetti non dormiranno più sonni tranquilli sapendo di avere alle costole un’Amministrazione come la nostra».
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