No alle tasse sui passi carrai: i bellunesi protestano in corteo contro l'Anas

Negli ultimi anni canoni aumentati vertiginosamente: "Ci fanno pagare per entrare a casa nostra"
MESTRE.
Il popolo dei «passi carrai» invade la sede centrale dell’Anas a Mestre. Erano quasi in 300  i Veneti, tra cui una cinquantina di Bellunesi, a protestare contro il canone imposto dall’Anas, aumentato negli ultimi 5 anni in maniera esorbitante, tanto da ridurre sul lastrico più di qualcuno.

 Privati, ristoratori, piccoli imprenditori, lavoratori autonomi e semplici cittadini si sono dati appuntamento alle 10 in via Milosevic, per tenere alta l’attenzione sul problema. Il canone, infatti, è aumentato negli ultimi anni in maniera incontrollata, tanto che le bollette sono lievitate, in qualche caso, dell’8000 per cento. Con il risultato che i cittadini si vedono recapitare a casa bollettini da capogiro. Senza contare il problema dei pregressi: tra fatture mai arrivate, ma per le quali Anas richiede il pagamento, e quelle che non sono state pagate perchè ritenute arbitrarie e ingiuste dalle “vittime dei passi carrai”, c’è chi deve all’Anas anche più di 100 mila euro. Molte le ditte e le attività commerciali bellunesi che hanno aderito al Comitato (1500 gli iscritti in Veneto), coordinato in provincia da Walter Azzalini, e che sono scese a Mestre per far sentire la propria voce.

 I manifestanti, muniti di cartelloni e megafoni, con i quali hanno diffuso il loro sentimento di esasperazione al grido di «Ladri! Ladri!», sono arrivati in auto e in pullman, come i Bellunesi, che si sono dati appuntamento all’Hotel Dante per la discesa in terra veneziana. Tra di loro c’erano anche il sindaco di Ponte nelle Alpi Roger De Menech e l’assessore ai trasporti del Comune di Longarone Giorgio Bartoli, che appoggiano la battaglia dei loro concittadini. Erano inoltre presenti il sindaco di Codevigo (Pd) e quello di Legnaro (Pd), e un assessore del Comune di Oderzo (Tv).

 La manifestazione è stata pacifica e l’obiettivo uno: chiedere l’abolizione del canone sui passi carrai, considerato «arbitrario, vessatorio e ingiusto», spiega Walter Azzalini, e discutere la questione dei pregressi. I rappresentanti del Comitato e degli enti locali sono quindi stati ricevuti dai dirigenti Anas, cui è stata consegnata una lettera con richieste precise: eliminare la tassa, bloccare la richiesta dei pregressi, aprire un tavolo di confronto per ridefinire l’ammontare dei pregressi, considerare che in un momento di difficoltà economica come quello attuale, in cui si parla di aiutare imprese e famiglie, eliminare il canone sarebbe un segno tangibile in tal senso e chiedere un intervento normativo del Parlamento e dei Consigli regionali per risolvere il problema.

 «I dirigenti sono stati disponibili a recepire le nostre richieste», spiega Azzalini, «e a farsi portavoce del nostro disagio a Roma». E’ infatti necessario un intervento legislativo per risolvere il problema, e in 8^ commissione in Senato si stanno discutendo alcuni emendamenti al decreto legge sulla sicurezza stradale che potrebbero portare alla soluzione dell’annosa questione.

 «Ora speriamo di aprire un tavolo di confronto», conclude Azzalini. «I dirigenti che abbiamo incontrato oggi ci hanno fatto capire che conoscono il problema».

 Dal canto suo l’anas ribadisce che «Nell’applicare le nuove tariffe, operiamo a norma di legge. Il Comitato» dice l’Anas «in alcun modo messo in discussione l’operato di Anas, evidenziando, da subito, che la vera fonte di tutta la questione è la norma di legge che obbliga Anas ad applicare canoni per gli accessi. Pronti a chiarimenti».

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