«Noi, docenti senza certezze»

La testimonianza di insegnanti che hanno preso il ruolo con riserva e che non sanno cosa sarà di loro
Il primo giorno di scuola per gli alunni dell'Istituto Comprensivo Padre Gemelli di Torino, 12 settembre 2011. ANSA / DI MARCO
Il primo giorno di scuola per gli alunni dell'Istituto Comprensivo Padre Gemelli di Torino, 12 settembre 2011. ANSA / DI MARCO
BELLUNO. «Mi piacerebbe avere chiarezza in merito a quello che succederà a me da settembre, dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Per ora non posso che essere molto pensierosa in questi ultimi giorni di stop natalizio».


Giorgia, 38 anni di Belluno a settembre ha ottenuto il ruolo alle elementari del Cadore, ma con riserva. Una riserva nata dal fatto che è in possesso di un diploma di magistrale conseguito prima del 2001-2002 e che per questo, qualche anno fa si è vista esclusa dalle graduatorie ad esaurimento. Esclusione contro cui ha presentato ricorso, lei insieme a tantissimi altri suoi colleghi. Su questo ricorso il Tar del Lazio si era pronunciato positivamente, anche se la parola definitiva spetta al Consiglio di Stato. Consiglio che si è espresso in seduta plenaria, prima di Natale, escludendo i diplomati magistrali dalle gae. Si tratta di una sentenza che per ora riguarda soltanto i ricorrenti interessati, ma che comunque crea un precedente per coloro che sono ancora in attesa.


Tutti coloro che hanno ottenuto un posto con riserva perché soltanto diplomati, quindi, potranno portare a termine l’incarico assegnato quest’anno, per poi essere tolti dalle graduatorie ad esaurimento a settembre e passare in quelle di seconda fascia degli istituti scolastici, rendendosi cioè disponibili per eventuali supplenze a tempo determinato.


Una situazione non chiara, e tutta ancora in divenire, visto che il ministero dell’Istruzione ha chiesto un parere all’Avvocatura generale dello Stato per avere chiarimenti sulle modalità di interpretazione e di esecuzione della sentenza stessa. «Sentenza che, non essendo ancora passata in giudicato, potrebbe essere impugnata con ricorso in Cassazione dagli insegnanti stessi», precisa Milena De Carlo, segretaria dello Snals.


«Insegno da 12 anni», racconta Giorgia, «prima ero in graduatoria di terza fascia nelle scuole, poi sono passata in seconda e poi sono entrata con riserva nelle graduatorie ad esaurimento e quest’anno ho preso il ruolo. Sto facendo quindi l’anno di prova per il quale è necessario seguire dei corsi e fare determinati percorsi: a questo punto non so se tutto questo sarà valido o se invece dovrò fare tutto daccapo. Per fortuna, però, ho passato il concorso nel 2016 e quindi sono inserita anche nelle graduatorie di merito, cioè riservate al concorso. Avere il ruolo con riserva significa che sai che potresti perderlo, però pensi anche che se sei lì c’è qualcosa di fondato, che puoi starci».


«Sono contenta sicuramente di poter arrivare alla fine dell’anno scolastico», dice l’insegnante, «ma quello che mi preoccupa è sapere cosa mi aspetta dopo. Molte persone che conosco e che non hanno fatto il concorso, sono entrate in ruolo con riserva da alcuni anni e quindi a loro cosa succederà? È come vivere con una spada di Damocle continuamente sulla testa. Quello che più mi dispiace è vivere nell’incertezza. A questo punto, sarebbe stato meglio che non fossero ammessi nelle gae i docenti con riserva».


Ed è proprio questo che dà più fastidio agli insegnanti che si trovano nelle stesse condizioni di Giorgia. «È bruttissimo lavorare in questo modo: si legge nei giornali una cosa, ma alla fine non c’è chiarezza», dice un’altra docente che insegna da 15 anni e che ha lasciato il proprio lavoro di oltre un decennio in una scuola paritaria per prendere un ruolo con riserva.


«Ho dovuto scegliere nel giro di pochi giorni, perdendo così anche l’indennità di preavviso. Il problema è che ora le Camere sono sciolte e prima che arrivi una decisione politica su questa vicenda si dovrà attendere il nuovo governo. E intanto gli insegnanti non sanno che fine faranno».


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