«Noi, sindaci di terza fascia senza soldi per fare i lavori»
LA VALLE-SELVA DI CADORE. «Dateci anche 50-100 mila euro e li useremo per sistemare la viabilità comunale o acquistare dei mezzi che oggi non ci possiamo permettere».
Silvia Cestaro ed Ezio Zuanel sono i sindaci di Selva di Cadore e di La Valle. Sono due sindaci “sfigati”. Non per le capacità personali, ma per il fatto di amministrare due bellissimi comuni che hanno il solo torto di essere di “terza fascia”: non confinano né con Trentino e Alto Adige, né con i Comuni appena al di là della frontiera. Non prendono i 500 mila euro annui che spettano agli enti di prima fascia e sono stati soltanto lambiti dai milioni per i progetti di area vasta che interessano, soltanto in alcuni casi, anche i Comuni di seconda fascia.
Dopo la settimana di scontri rumorosi fra i sindaci per spartirsi la torta dei fondi di area vasta, sorprende sentire Cestaro e Zuanel che quasi sottovoce fanno sapere che sarebbero gradite anche le briciole.
«I miei colleghi si sono tirati il collo la settimana scorsa. Avessi io soltanto 200 mila euro – dice il sindaco di La Valle – completerei la sistemazione della viabilità comunale. Ma cosa dico? Basterebbero 100 mila in modo che io possa mettere il cofinanziamento ai contributi di enti superiori, perché non possiamo fare mutui. Questo chiede la gente: avere un paese in ordine, non strisce gialle, blu o rosse, ma il decoro. La gente ti chiede e tu non sai che rispondere: è deprimente, davvero».
A Zuanel piacerebbe pure poter realizzare nuovi tratti di strade silvo-pastorali per poter accedere al bosco e tenerlo pulito. Ma teme che nell’anno e mezzo che gli rimane alla guida del Comune non sia cosa facile con il portafoglio vuoto.
Selva di Cadore vive in maniera ancora più drammatica la paradossale situazione, trovandosi vicino a due colossi del turismo come Livinallongo e Rocca Pietore che di soldi in questi anni ne hanno visti parecchi. «Inutile – spiega Silvia Cestaro – in questa maniera la differenza tra noi e loro aumenta di continuo e ai turisti che arrivano a Selva di Cadore e chiedono servizi posso solo rispondere piangendomi addosso. Cosa posso dire: abbiamo un clima uguale, difficoltà identiche, ma soldi diversi».
I due sindaci apprezzano, almeno, di essere stati invitati ai tavoli dove si discute di mega progetti, ma è chiaro che questa non è ancora l’uguaglianza a cui legittimamente aspirano.
«Avrei urgente bisogno di sistemare la strada della Val Fiorentina – dice Cestaro – dovrei ristrutturare edifici, avrei bisogno di personale specie nel periodo estivo per lo sfalcio, avrei bisogno di fare promozione turistica, dovrei asfaltare le strade e cambiare un mezzo e spero che il Bim mi dia un contributo sostanzioso perché non ho le stesse possibilità che hanno Rocca e Livinallongo per raggiungere il medesimo obiettivo».
La sindaca di Selva fa una proposta. «Ne abbiamo parlato con il collega di Colle – dice – i 500 mila euro annuali dividiamoli così: 300 mila a Livinallongo, 150 mila a Colle e 50 mila a Selva. Per noi sarebbe già un successo, ma non sarà facile farglielo capire». Parole in cui si sente amarezza. Passi che a Roma e a Venezia non colgano la necessità di una solidarietà, ma che lo stesso facciano i Comuni limitrofi fa male. «Quello della settimana scorsa – conclude Cestaro – è stato un brutto spettacolo, andato di scena proprio in un momento in cui c’era l’occasione per dare una mano a chi è più in difficoltà, come Alleghe. Debbo dire che in questi anni l’unico che è stato sensibile anche alle nostre problematiche e ci è venuto incontro fin dove ha potuto, è stato il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin».
Gianni Santomaso
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