«Non andrà in carcere ma c’è la soddisfazione di riavere qualche soldo»
BELLUNO. Addis Melaiu non andrà in prigione. Ma la recente sentenza del tribunale di Lugano è una soddisfazione morale ed economica per i risparmiatori bellunesi truffati. C’è chi ne ha fatto una battaglia anche feroce, come Carla Giozzet, che non ha mai smesso di stare alle costole dell’imputato: «Quello che sappiamo per certo è che il procuratore svizzero era in attesa di capire come sarebbe andata a finire la vicenda in Italia, per esercitare l’azione penale nei confronti di Addis Melaiu nel suo Paese di origine», aveva detto a suo tempo la donna, «a questo punto, mi aspetto che ci sia un giusto processo anche in Svizzera, possibilmente con tempi più rapidi, rispetto ai nostri. In questo modo, il nostro uomo non potrà salire sul primo aereo e raggiungere uno dei quattro paradisi fiscali, nei quali ha detto di aver nascosto i soldi al Tribunale di Belluno. Non ho perso la speranza di riavere i soldi, che avevamo investito con fiducia, a Belluno. Farò tutto il possibile, affinché questa vicenda non vada a finire come in Italia. Addis Melaiu aveva aggiunto che solo lui era in grado di accedere a questi soldi: noi andiamo avanti, affinché questo non possa accadere».
Non è stato per niente semplice avere una sentenza oltre le Alpi e questo più testimoniarlo l’avvocato Corrado Zasso, che ha seguito il procedimento penale elvetico: «È stata dura e siamo arrivati a una sentenza, a forza di pressare il pubblico ministero Balerna. L’affare Gd Consulting è passato per diverse scrivanie e abbiamo dovuto forzare i tempi, anche perché proprio oggi sarebbe intervenuta la prescrizione. La sentenza è di condanna, anche se è avvenuta con un patteggiamento e questo ci ripaga almeno in parte degli sforzi, che abbiamo fatto in tutti questi anni, soprattutto in Italia, fino alla dichiarazione della prescrizione».
Il buco complessivo era di 33 milioni di euro. Quanti di questi soldi potranno tornare nelle tasche dei truffati? «Quelli che erano già stati posti sotto sequestro», spiega Zasso, «una stima attendibile parla di 8 milioni di euro, ma di tutto questo non si sa in realtà cosa sia rimasto. Non credo ci saranno tutti, ad ogni modo un piccolo ristoro ci sarà senz’altro. Il resto è chissà dove o è già stato speso. Quello che non possiamo ancora precisare è quanto tempo dovrà passare ancora, ma la sentenza parla molto chiaro: la condizionale è subordinata al risarcimento». —
G.S.
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