«Non avremmo benefici e si devasterebbe l’ambiente»

BELLUNO. «Trasformare il Cadore in un corridoio di transito internazionale è assurdo». Il progetto di prolungamento dell'A27 è stato contestato ieri mattina dal comitato Per altre strade, presente in...

BELLUNO. «Trasformare il Cadore in un corridoio di transito internazionale è assurdo». Il progetto di prolungamento dell'A27 è stato contestato ieri mattina dal comitato Per altre strade, presente in sala con Giovanna Deppi. «Dietro un'autostrada ci sono altri interessi, non certo quelli della nostra comunità come si cerca di far passare. I project financing non stanno in piedi, e lo leggiamo ogni giorno sui giornali. Ai tempi in cui si parlava del prolungamento fino a Caralte si parlava di 38 mila passaggi al giorno, numeri che non corrispondevano al vero».

Il comitato qualche anno fa aveva fatto diverse manifestazioni e serate informative contro quell'ipotesi progettuale. La posizione di Pas è chiara: «Gli studi dicono che le grandi opere viarie non portano beneficio a realtà marginali. E trasformare il Cadore in un corridoio di transito internazionale mi sembra un incubo. Non abbiamo bisogno di un'autostrada, ma di migliorare la viabilità esistete. E mi stupisce anche che un'associazione che è contraria a un elettrodotto sia favorevole all'autostrada».

«Mai detto che siamo contrari all'elettrodotto», ha risposto Pastella, tirato in ballo. «Abbiamo sempre detto che l'elettrodotto serve, ma fatto bene. E anche l'autostrada si può progettare bene». Ieri si è parlato di infrastruttura che rispetti l'ambiente, che si sviluppi per la maggior parte in galleria, che renda fruibili i paesaggi dolomitici secondo prospettive diverse e che sia costruita secondo le più moderne tecnologie. Per esempio con le colonnine per la ricarica delle auto elettriche o guardando al futuro della mobilità, le auto a idrogeno.

Smentita anche l'affermazione in base alla quale la Convenzione delle Alpi vieterebbe di realizzare nuove strade attraverso le Alpi. «Non c'è scritto da nessuna parte», ha spiegato Campeol. «Si dice di preferire vettori diversi, tranne dove le strade mancano».

Infine, fra gli emendamenti che Remo Sernagiotto presenterà in Europa, ce n’è uno che prevede che le opere strategiche transfrontaliere seguano un’apposita procedura autorizzativa. Ciò non significa, si sono affrettati a smentire Sernagiotto e Campeol, esautorare gli enti locali dal processo di concertazione. «La loro posizione sarà tenuta in considerazione, ci mancherebbe», ha concluso Sernagiotto, «ma non si può neanche bloccare un’opera strategica e di interesse nazionale se si mette di traverso un comune di cento abitanti o poco più». (a.f.)

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