«Non ci arrendiamo Parleremo coi cittadini»
BELLUNO. Remo Sernagiotto non si arrende e rilancia. Annuncia di essere pronto ad organizzare gazebo in tutti i comuni bellunesi per chiedere il parere dei bellunesi sul progetto di prolungamento dell’A27. Attacca gli europarlamentari italiani che hanno bocciato gli emendamenti («hanno impedito di far arrivare tre miliardi di finanziamenti europei nel Bellunese»). Ricostruisce il percorso che ha portato al voto del 25 ottobre a Strasburgo. Una sorta di operazione chiarezza.
«Innanzitutto ricordo che il ruolo del parlamentare europeo è quello di lavorare sulla programmazione, non di fare opere. Quelle spettano ai governi nazionali, alle Regioni. Con il voto del 25 ottobre, dunque, abbiamo perso un’opportunità, quella di inserire nella programmazione europea il prolungamento dell’A27. Ma ci saranno altre occasioni». L’idea può essere ripresentata.
Ma com’è nata la vicenda degli emendamenti? Sernagiotto racconta di aver coinvolto gli eurodeputati di Forza Italia (in Europa siedono nelle file del Ppe, il partito popolare) Massimiliano Salini e Salvatore Domenico Pogliese, di aver presentato loro i problemi infrastrutturali del Veneto e di aver trovato appoggio. «È necessario collegare il porto di Venezia con il cuore dell’Europa attraverso un corridoio stradale», spiega Sernagiotto.
Con l’appoggio del Ppe, che ha 216 membri, e del gruppo dei Conservatori e riformisti (74) i numeri c’erano per far passare gli emendamenti. «In commissione trasporti sono stati approvati, anche con il voto favorevole dell’austriaco Rubig, che poi ha cambiato idea», precisa Sernagiotto. «E non si è mai visto che un gruppo cambi il suo voto una volta arrivato in plenaria». Cos’è successo? Ricostruisce Sernagiotto: «Lunedì alle 17.30 l’indicazione di voto del Ppe era favorevole. Alle 18.31 è arrivata la nuova indicazione: voto negativo al punto relativo all’A27. È successo perché Elisabetta Gardini, capodelegazione italiana di Forza Italia, ha convocato il gruppo facendo cambiare gli intendimenti». Non l’hanno ascoltata tutti gli eurodeputati italiani del Ppe: in plenaria Cicu, Comi, Mussolini, Pogliese e Salini hanno votato a favore. Contro si sono espressi Gardini, Cirio, Martusciello e Patriciello.
Cinque a quattro, evidenzia Sernagiotto: «Forza Italia si è spaccata e intendo scrivere al coordinatore nazionale e regionale per capire che intenzioni ha un partito che ha sempre pensato fosse un bene fare opere per lo sviluppo del Paese, ma che al Parlamento europeo ha bruciato 3 miliardi di euro per il Bellunese. E gli altri Paesi si fregano le mani perché avranno più risorse per loro».
Sernagiotto dichiara di avere l’appoggio del gruppo Liberale, in particolare del croato Jakovcic, «convinto che questo corridoio sia fondamentale anche per la sua terra» e intende ripartire da qui. E dal confronto con i cittadini: «Faremo gazebo in tutti i comuni per conoscere il loro parere sull’opera».
«La gente ci chiede di continuare, perché l’ingerenza di Bolzano ha indignato i bellunesi», rimarcato Gianni Pastella di Vivaio Dolomiti. «Non siamo noi a dire che lo sviluppo della mobilità, in questo territorio, deve avvenire su strada. Lo dicono i dati, gli studi fatti e che abbiamo studiato. Mi chiedo come mai l’onorevole Dorfmann non abbia fatto inserire nella programmazione europea il progetto del treno per farlo finanziare, se è così convinto che sia questa la soluzione per lo sviluppo del Bellunese».
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