«Non ho tradito nessuno io sostengo le nove aziende»

BELLUNO. «Se si lascia l’Usl di Feltre autonoma, cioè da sola, la sanità feltrina è finita. Su questo c’è la più totale consapevolezza in Regione. E non perché non sia virtuosa. Ma perché non ci sono...

BELLUNO. «Se si lascia l’Usl di Feltre autonoma, cioè da sola, la sanità feltrina è finita. Su questo c’è la più totale consapevolezza in Regione. E non perché non sia virtuosa. Ma perché non ci sono medici e quei pochi sfornati dalle scuole di specializzazione non bastano a coprire il fabbisogno. Già è difficile per Belluno. Non si può non riconfigurare Feltre in un’altra prospettiva, mantenendo le proprie innegabili eccellenze».

Così dice Franco Gidoni, consigliere del gruppo maggioritario di Zaia e fra gli estensori della legge 23, che ha fatto infuriare sindaci e associazioni per il suo voto contrario al mantenimento delle Usl, in odore di dismissione, fra cui l’Usl 2.

Il suo voto contrario è sull’emendamento del Veneto del Fare, quello dei tosiani, che «per fare ostruzionismo alla maggioranza Zaia, ha proposto il no alla soppressione e all’accorpamento delle Usl esistenti. Ma l’emendamento sull’Usl di montagna, sottoscritto dai sindaci del Bellunese e nelle mani del consigliere di opposizione Sinigaglia, è ancora lì, forse in coda a tutti gli altri emendamenti, e resta in attesa di discussione consiliare. Posso dire che il testo va corretto, perché così com’è tecnicamente non è votabile e decade. Ma la partita è ancora aperta, sulla possibilità di un accordo, di una soluzione che consenta all’ospedale feltrino di promuovere le eccellenze che gli competono con gli investimenti del caso».

L’emendamento che propone il mantenimento della sede legale a Feltre per l’Usl denominata Prealpi e che prospetta una strategia di rete fra Usl di montagna, con Belluno e Bassano, è agli ultimi numeri delle centinaia di emendamenti presentati a livello veneto. Il consigliere Gidoni, fra gli estensori della legge 23 sul riordino sanitario, conferma che la posizione del gruppo maggioritario di palazzo Ferro Fini è «per il mantenimento di nove Usl», le sette dei confini provinciali più le due in deroga, ossia Veneto orientale e Bassanese. L’emendamento sulla montagna veneta, proposto dall’azienda feltrina e sottoscritto da Belluno capoluogo, dunque, non inclinerà la linea di coerenza politica del consigliere Gidoni. «Faccio parte di una maggioranza che porta avanti un progetto di legge che ammette nove Usl. O resto in maggioranza o faccio il voltagabbana. Sono stato eletto con il programma del presidente Zaia che prevedeva sette aziende. Quindi non mi si può dire che ho tradito qualcosa o qualcuno. Sostengo l’emendamento del territorio bellunese. Se si creano le condizioni per arrivare a un accordo, bene». (l.m.)

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