«Non mi interessano i giochetti voglio ridare dignità all’ente»
BELLUNO. «È finito il tempo delle polemiche: dobbiamo pensare al bene della nostra Provincia». Quella che vuole Roberto Padrin, candidato presidente alle elezioni del 10 settembre, è «forte,...
roberto padrin
BELLUNO. «È finito il tempo delle polemiche: dobbiamo pensare al bene della nostra Provincia». Quella che vuole Roberto Padrin, candidato presidente alle elezioni del 10 settembre, è «forte, autorevole, capace di avere un dialogo con la Regione, un ente che si impegni a portare avanti le tante e delicate partite che ha davanti». Ma soprattutto, afferma Padrin, «a me non interessano i giochi politici. Mi interessa riportare dignità a un ente che altrimenti risulta essere solo una scatola vuota. In questo senso per me è importante anche riportare la provincia a essere elettiva, come era prima della riforma Delrio, e ad avere le risorse che servono per esercitare le competenze che ha».
Parole che vanno dritte al cuore dello scontro che è esploso nel Bellunese dopo la candidatura a presidente di Mario Manfreda. I toni si stanno alzando, tant’è che ieri la presidente facente funzioni, Serenella Bogana, ha caldamente invitato Padrin a chiarire la sua posizione, viste alcune firme che ha ricevuto a sostegno della sua candidatura. «Più che parlare di polemiche, parliamo di programmi», premette Padrin. «Dobbiamo riallacciare i rapporti con la Regione Veneto, per dare attuazione compiuta alla legge 25; far sì che vengano consolidati i finanziamenti da parte del Governo e fare in modo che Roma riconosca la nostra specificità, prevista all’interno della legge Delrio; lavorare in ottica Cortina 2021, un obiettivo strategico per tutto il nostro territorio; dobbiamo lavorare tutti insieme per raggiungere risultati che garantiscano una crescita complessiva della nostra provincia. Tutto questo senza dimenticare quanto fatto in questi anni: su tutto ricordo l’elettrificazione della linea ferroviaria e Investi scuola, due progetti molto importanti».
Padrin smentisce anche che il suo nome sia stato imposto, come dicono i sostenitori di Manfreda, da Feltre e Belluno: «La mia candidatura è nata per mantenere gli equilibri all’interno dell’assetto che era nato sulla base dell’accordo fatto fra tutti i sindaci nel 2014. Ho dato la mia disponibilità e cercato di fare in modo che sul mio nome ci fosse la più ampia condivisione possibile, perché era quella la linea istituzionale e unitaria. Chi ha sostenuto la mia candidatura, anche firmando la lista, è di tutte le estrazioni politiche, e non lo trovo strano perché l’obiettivo era trovare una soluzione che garantisse equilibrio politico e territoriale. E poi imposto? La mia candidatura era una delle due alternative, insieme a quella di Serenella Bogana».
«La sottoscrizione ampia che ha ricevuto la mia lista dimostra che non ci sono personalismi», aggiunge. «La nostra provincia merita un rilancio. ùCi sono molti temi di cui dobbiamo occuparci, da quello delicato delle centraline a quello della mobilità: dobbiamo trovare delle soluzioni sostenibili dal punto di vista ambientale e che possano far crescere sotto il profilo economico e sociale la nostra provincia. E poi Veneto strade, una partita affatto chiusa. Sono consapevole delle difficoltà in cui versa l’ente», conclude, «ma sono pronto ad affrontare l’impegno».
(a.f.)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi