Non palpeggiò le allieve il prof è stato assolto

L’insegnante era stato portato a giudizio da tre studentesse Rischiava un anno e 30 mila euro di risarcimento danni

CORTINA. Il prof di ginnastica non «è un maiale». In questa maniera l’avevano definito tre studentesse di una scuola superiore di Cortina. C.C. è stato assolto dal reato di violenza sessuale su minori con la formula dubitativa, perché il fatto non sussiste. Rischiava una condanna a un anno di reclusione prospettata dal pubblico ministero Marcon e il pagamento di un risarcimento danni di 30 mila euro chiesto da una delle ragazze, tramite l’avvocato Hofer. I difensori di fiducia Riccitiello e Ponti hanno puntato l’una sul diritto e l’altro sui risvolti umani, ottenendo la sentenza che volevano.

L’episodio della mano sulla spalla di un’allieva che poi sarebbe scivolata sul seno era già stata ridimensionata dalla stessa pubblica accusa, che l’aveva ritenuto non provato. Ma c’era anche il secondo: le mani sul fondoschiena ad altre due ragazze all’epoca minorenni, davanti alla porta chiusa del loro spogliatoio.

Riccitiello ha messo fortemente in dubbio la versione delle due giovani donne, una delle quale non poteva che essere «mossa da interesse personale, se è vero che ha chiesto una somma elevata di denaro». Tra parentesi, una delle due aveva portato in tribunale per violenza sessuale anche lo zio, che era stato assolto con formula piena, perché il fatto non sussisteva.

Ponti ha descritto in maniera impietosa il suo assistito come «un disadattato, un perdente con la famiglia e con la moglie, che però resiste con i figli. Un uomo logorroico e dal modo di parlare ridondante, oltre che un insegnante vecchio e obsoleto, che metteva moltissime note sul registro agli studenti». Ma era incapace di fare una cosa, come quella che gli veniva imputata: «In quel momento, era mosso da sentimenti di stress e rabbia, perché le ragazze erano entrate nello spogliatoio dei ragazzi e aveva intenzione di mettere loro una nota, e non certo da un istinto di carattere sessuale. Qui il sesso non c’entra davvero niente, pertanto l’imputato va assolto, quanto meno con la formula dubitativa».

Un’ora scarsa di camera di consiglio e il collegio formato dai giudici Coniglio, Feletto e Cittolin ha pronunciato una sentenza di assoluzione, ai sensi di quella che, fino a qualche tempo fa, si chiamava insufficienza di prove, perché il fatto non sussiste.

Attesa giustificata per la pubblicazione delle motivazioni, sulla base delle quali ci potrebbe essere appello. —

Gigi Sosso

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