«Non più di otto medici nel polo di Cavarzano»

BELLUNO. I medici di base dovranno essere al massimo otto; a loro potranno aggiungersi tre pediatri. E siccome cinque medici di famiglia operano già a Cavarzano, solo tre camici bianchi arriverano “da fuori” nell'ambulatorio in piazza Vittime di via Fani. Da capire se le tre new entry potranno tenere anche i loro vecchi ambulatori e dividersi così tra due sedi: l'Usl 1 non sarebbe molto favorevole a questa soluzione, visto che andrebbe contro l'accordo siglato dall'Ordine dei medici a livello regionale.
Sono alcuni dei punti emersi ieri durante l’incontro svoltosi nella sede dell’azienda sanitaria, in via Feltre, per discutere con i protagonisti del nuovo ambulatorio medico di Cavarzano. E se è stato appurato che la nuova struttura nascerà, perché questo prevede la normativa veneta da qui al 2017, i farmacisti hanno chiesto che venga rivista la pianta organica delle strutture farmaceutiche a Belluno.
Esultano i medici: «È stato un incontro collaborativo e pacato, ognuno ha detto la sua e alla fine si è cercato di fare sintesi», precisa Fabio Bortot, uno dei professionisti che ha deciso di andare a Cavarzano. E per questo getta acqua sul fuoco: «Noi siamo tenuti ad aggregarci e la nuova sede rientra fra quelle individuate dallo stesso Comune in uno studio sulle aree più appetibili, perché è un centro molto popoloso, ha a disposizione parcheggi ed è servito dai mezzi pubblici. Quindi il progetto andrà avanti: concorderemo alcuni punti con l'Usl e poi lo presenteremo a Venezia, dove una commissione darà o meno il via libera».
Bortot fuga ogni dubbio in merito ad eventuali conflitti di interessi. «L'ambulatorio sarà gestito da una cooperativa che si occuperà del personale e dei rapporti con Ater e la famiglia Chimenti. Cercheremo di garantire ai nostri assistiti la migliore assistenza possibile e su questo punto ci siamo trovati tutti d'accordo. L'ambulatorio avrà 5 segretarie, 3-4 infermieri e sarà aperto dalle 8 alle 20».
Ad avere le maggiori perplessità è ancora il presidente di Federfarma, Roberto Grubissa. Se da un lato concorda sulla necessità di dare maggiori servizi alle persone, dall'altro evidenzia come «questa concentrazione di medici non può che portare a una rivisitazione della pianta organica delle farmacie, perché altrimenti a pagarne le conseguenze non saremo soltanto noi, ma la vita del centro di Belluno».
«Sono tre le aree dove potrebbero essere fatte queste aggregazioni: Cavarzano, Castion e la stazione ferroviaria», precisa il primo cittadino Jacopo Massaro, che aggiunge come vadano comunque approfonditi alcuni temi: «Bisognerà discutere sulla nuova organizzazione delle farmacie e soprattutto bisognerà far sì che i medici possano tenere anche i vecchi ambulatori, altrimenti andremmo a togliere alle frazioni un presidio importante».
Tirata in causa, l'azienda sanitaria precisa con il direttore dei servizi territoriale, Carlo Stecchini: «Tutti hanno capito che questo è un tavolo dove si studiano delle soluzioni. Questo ambulatorio dovrà servire per evitare i codici bianchi al pronto soccorso».
Non lascia cadere la questione di un eventuale conflitto di interessi il presidente dell'Ordine dei farmacisti Manlio Schiavinotto: «Ho già inviato il materiale di questa operazione all'ufficio legale dell'Ordine a Roma. Siamo in attesa di una risposta».
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