«Non possiamo dare soldi, ma ottimizzare i consumi»

BELLUNO. Il Consorzio Bim Piave di Belluno non può assegnare contributi a sostegno di imprese. Lo afferma il presidente Umberto Soccol che ha ricevuto venerdì scorso la delegazione del comitato...

BELLUNO. Il Consorzio Bim Piave di Belluno non può assegnare contributi a sostegno di imprese. Lo afferma il presidente Umberto Soccol che ha ricevuto venerdì scorso la delegazione del comitato Allevatori bellunesi che gli ha rappresentato la situazione critica in cui sono costretti a vivere da qualche tempo.

«Sicuramente non possiamo coprire le loro perdite, visto che si tratta di somme milionarie», precisa Soccol che non vuole però chiudere la porta definitivamente agli allevatori. E così aggiunge: «Il Consorzio difficilmente potrà intervenire dal punto di vista economico, perché il nostro statuto non ce lo permette, come non si possono dare contributi alle imprese. La cosa che possiamo fare è dare la nostra disponibilità a gestire eventuali azioni e investimenti nel campo energetico e idrico, ottimizzandone i consumi».

Per il presidente del Bim Piave «in situazione come quelle in cui si trovano gli allevatori, le soluzioni possibili sarebbero quello che derivano dal riconoscimento della nostra specificità, della diversità del nostro territorio e quindi dei bisogni diversi e maggiori che abbiamo. Siamo consapevoli che la situazione è più che pesante», prosegue Soccol che si dice seriamente preoccupato per la tenuta del comparto non tanto nell’immediatezza, quando nel futuro. «Non dimentichiamo che produciamo prodotti particolari, Dop, di qualità. E a questo punto mi domando: per quanto tempo Lattebusche che è la cooperativa maggiore che abbiamo sul territorio potrà continuare a lavorare sotto costo? Lo potranno fare per qualche anno, ma poi?». (p.d.a.)

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