«Non sei sposato, non farai il padrino»

Santo Stefano. Il parroco si mette di traverso. La cresima di un ragazzo rischia di saltare perchè lo zio convive e ha un figlio
Di Cristina Contento
Santo Stefano di Cadore, 20 luglio 2006, la chiesa
Santo Stefano di Cadore, 20 luglio 2006, la chiesa

SANTO STEFANO DI CADORE. Se il prete si mette di traverso la cresima salta.

I bastoni fra le ruote, non a un matrimonio, sono stati messi a uno zio scelto come padrino di cresima del nipote, il figlio di una sorella.

«Tuo zio non è sposato e ha un figlio, non può farlo. Può andare bene anche una persona di 70 anni purchè risponda ai giusti parametri»: questa la censura del parroco che non vuole sentire ragioni.

«Così mi discrimina. È in questo modo che pensano di avvicinare i giovani alla Chiesa?», la reazione di Alessandro, 36 anni, “reo” di convivere e di avere un bimbo di qualche anno.

Non è questione di fedina penale, non è questione di evasione fiscale, ma di fatto tra tutti i sacramenti che in 36 anni zio Alessandro può aver inanellato, ne manca uno finora: il matrimonio. E per il don c’è pure l’aggravante: ha un bambino. «Mio figlio è regolarmente battezzato» dice Alessandro ma per il parroco di S. Stefano è ancora un’eresia avere figli senza essere sposati.

Un peccato originale che ha indotto il prete, don Paolino, al “niet” totale: «Non posso fare il padrino di mio nipote che fa la cresima. O meglio: avrebbe dovuto cresimarsi a fine maggio». Già perchè il quattordicenne non l’ha presa bene e vista la reazione del parroco, sta meditando di non andare avanti o di spostarsi in un’altra parrocchia. «Una discriminazione bella e buona» attacca Alessandro.

Il 36enne ha un lavoro e una famiglia, seppure di fatto, non unita dalla Chiesa. «In tempi in cui si aprono le liste delle unioni di fatto nei Comuni e di Papa Francesco che lancia le sue aperture» spiega Alessandro «e noi ci fermiamo ancora davanti a queste cose».

Lo zio alla cresima c’è arrivato, suo figlio è battezzato regolarmente; la famiglia è anche osservante. Ovvia la protesta e l’epilogo che ora rischia di scappare di mano a tutti: la delusione del ragazzo c’è tutta, per un diniego che risulta non comprensibile al punto da indurlo a rinunciare. «Il parroco si è messo di traverso, non mi si può discriminare così davanti alla gente e soprattutto a mio nipote, solo perchè convivo e ho un bimbo: io non ho ammazzato nessuno, non ho rubato. Paradossalmente puoi ammazzare qualcuno ma per fare il padrino l'importante è che tu sia sposato. Con don Paolino ho anche parlato per telefono, ma lui non vuole saperne. Eppure per la mia famiglia c’è una motivazione che va oltre il gesto di portare un ragazzo a fare la cresima. È il legame che c’è fra noi. Ma se ci si comporta così, come si pensa di risollevare l’attenzione dei giovani per la Chiesa? Su questi argomenti delicati vanno espresse aperture e invece qui si dimostrano chiusure totali: ma dico, con tutti i problemi da risolvere, qui ci fermiamo?»

A non andare giù, infatti, un altro neo della storia: il “no” è stato comunicato direttamente al ragazzo, durante uno dei colloqui verso il sacramento. «Il parroco ne ha parlato prima con lui e c’è rimasto male, non sapeva più che dire. È il primo caso che sento di un prete che si mette di traverso così. Molti altri parroci vanno oltre queste situazioni, sono più tolleranti ad accettare una situazione come la mia» continua Alessandro «e comunque è una discriminazione bella e buona. In tempi come questi, in cui anche il Papa invita la Chiesa a passi in avanti, servono apertura al cambiamento e buon senso: non si può restare fermi con il mondo che va veloce. E soprattutto in una comunità, il Comelico, già disagiata, dove i giovani si allontanano da una Chiesa che manifesta rigidità mentali. Io non ho bisogno di andare dal vescovo e strappare un ok: dovrebbe essere il parroco a capire che in questi casi va usato il buon senso, non la rigidità. E con la reazione di mio nipote che ora oppone un rifiuto: ha detto che non si cresima più davanti a questo epilogo».

Dal vescovo no, ma chissà Papa Francesco una telefonatina...

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