«Non servono gli steward ma minori tempi di attesa»

BELLUNO. «Nei pronto soccorso non mi interessa avere lo steward o l’assistente di sala, quello che conta è che i codici bianchi non debbano aspettare più di quattro ore. Lo ha promesso la Regione e...

BELLUNO. «Nei pronto soccorso non mi interessa avere lo steward o l’assistente di sala, quello che conta è che i codici bianchi non debbano aspettare più di quattro ore. Lo ha promesso la Regione e io intendo monitorare che questo si avveri».

È categorica Ottorina Bompani, referente provinciale di Cittadinanzattiva (con sede all’ospedale San Martino), quando interviene in merito alla cosiddetta “rivoluzione” imposta da Venezia su tutti i pronto soccorso. E critica il fatto che a fare da assistenti siano gli infermieri professionali. «Credo che una mansione del genere non spetti agli infermieri, che dovrebbero essere dall’altra parte della sala d’attesa a smaltire il lavoro: questo compito può essere svolto tranquillamente dai volontari. E quei soldi si potevano investire in prestazioni sanitarie».

Ma Bompani ha anche un’altra battaglia da portare avanti: quella «per eliminare quei fastidiosi ticket aggiuntivi di 10 o 5 euro che ogni cittadino deve pagare oltre a quanto previsto per norma. Lo so che queste somme sono state stabilite da una legge veneta, e quindi come tali sono legali, però non si può accettare una cosa del genere» precisa. «Per questo motivo ho chiesto un colloquio con il procuratore capo della Procura, Pavone. Voglio capire perché devo versare questi soldi, perché non può essere ammesso che servano soltanto per fare cassa».

La referente di Cittadinanzattiva annuncia, infine, che «al procuratore capo chiederò anche se sia giusto e legale che i cittadini paghino per gli errori commessi da altri, come nel caso delle bollette di Bim Gsp».

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