«Non tagliate i fondi ai centri antiviolenza»
PONTE NELLE ALPI. La Regione Veneto riveda i criteri di assegnazione dei contributi dedicati al mantenimento del centro antiviolenza. A chiederlo è il Comune di Ponte nelle Alpi, con una delibera che è stata trasmessa, oltre che a Venezia, anche a tutti gli altri Comuni della provincia di Belluno. «Questo perché vorremmo che approvassero tutti un atto dello stesso tipo», sottolinea il sindaco, Paolo Vendramini, fortemente preoccupato per la decisione di Venezia di ridurre drasticamente il contributo regionale erogato per la prosecuzione delle attività del centro antiviolenza
Nello stesso tempo la Regione ha anche deciso di escludere da ogni finanziamento le case di secondo livello gestite da Belluno Donna. Si tratta di case di emergenza, dove le donne che sono vittime di violenze nell’ambito familiare possono rifugiarsi per sfuggire ai maltrattamenti. Indirizzi che vengono mantenuti segreti e che costituiscono un rifugio molto importante e che finora ha dato ospitalità e assistenza a centinaia di donne e ai loro figli.
«Questa associazione (Belluno Donna) opera dal 2004 con un centro antiviolenza e diversi presidi, tra cui anche quello a Ponte nelle Alpi, con importante riscontro sul territorio», si legge nella delibera pontalpina.
«Al 31 dicembre 2015 sono state attuate circa 600 accoglienze di donne oggetto di violenza. Nella casa di secondo livello risultano accolte 11 donne e 9 bambini/e. La presenza di sportelli decentrati sul territorio provinciale rappresenta un’esigenza imprescindibile per il contesto montano, ove le difficoltà e riduzioni dei servizi incidono sensibilmente nei tempi di riposta agli accessi delle donne vittime di violenza che, frequentemente, trovano difficoltà negli spostamenti, proprio per fattori di natura economica, psicologica e di controllo esterno cui devono soggiacere».
La delibera ricorda anche che il Comune di Ponte nelle Alpi, a settembre 2014, ha sottoscritto con Belluno Donna una convenzione con cui si impegna a sostenere e promuovere le azioni di ricerca di finanziamenti per garantire il mantenimento e l’apertura del centro antiviolenza di Ponte nelle Alpi.
«Il Comune ha sostenuto l’associazione mediante concessione di utilizzo degli ambienti e, più recentemente, ha attivato le azioni con la Provincia per individuare la nuova sede pontalpina dello stesso centro», dice ancora Vendramini.
«La delibera è stata inviata alla Regione Veneto», continua il sindaco, «affinché provveda in modo urgente e individui nei prossimi bandi adeguati strumenti e mezzi di finanziamento specifici, con criteri di assegnazione che non dipendano esclusivamente dai parametri numerici di affluenza al servizio ai centri antiviolenza».
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