Non venne palpata sullo scuolabus: l’autista è assolto in Corte d’Appello

È caduta in secondo grado l’ipotesi di reato contestata di violenza sessuale Il Tribunale di Belluno aveva condannato l’imputato

LIMANA. Autista di scuolabus assolto in Appello. Era accusato di violenza sessuale su minorenne e, in primo grado, il Tribunale di Belluno l’aveva condannato a un anno e otto mesi. La Corte d’Appello di Venezia ha radicalmente riformato la sentenza, pronunciando un’assoluzione, perché il fatto non costituisce reato. È la formula che aveva prospettato l’avvocato Olivieri del foro di Torino, che difendeva l’imputato. Novanta giorni per le motivazioni, premesso che i fatti contestati risalgono a qualcosa come dieci anni fa.

Si parla del 7 febbraio 2009. L’autista stava ultimando il suo servizio e a bordo c’era soltanto una ragazzina di 15 anni. Il fatto sarebbe avvenuto tra la penultima fermata, in cui era sceso un ragazzo, e la casa della parte offesa. In quel frangente l’uomo avrebbe allungato una mano nel sedile immediatamente posteriore al suo, dove era seduta la ragazza, che stava ascoltando musica con le cuffiette. Le avrebbe messo la mano sulle cosce e sotto la maglietta. L’adolescente si è confidata con i genitori, che hanno presentato querela.

Il primo processo è durato circa un anno ed è stato caratterizzato dalla simulazione del presunto palpeggiamento, con lo scuolabus che era stato portato appositamente nel garage del tribunale, per verificare se la mano destra dell’autista, poteva effettivamente arrivare a toccare la minorenne che gli era seduta alle spalle.

Durante la discussione finale, la pubblica accusa ha ritenuto provata la penale responsabilità dell’imputato, chiedendo la sua condanna a un anno e otto mesi di reclusione, ritenendo attendibili la ricostruzione fatta dalla minore in aula e le accuse lanciate nei confronti dell’autista.

La difesa, con gli avvocati Morales e Coppa, ha rivendicato l’innocenza dell’imputato, sostenendo che la ricostruzione della presunta vittima fosse inverosimile. Come avrebbe potuto l’autista guidare su una strada in salita e con tornanti, in pieno inverno e con la neve sulla strada, staccando dal volante una mano per palpeggiare la ragazzina? I due legali hanno sempre dato credito alla versione dell’imputato: «Non ho mai messo la mani addosso alla ragazzina, l’avevo soltanto invitata a spostare le scarpe dal bracciolo del sedile».

La sentenza è stata impugnata e, in Appello, l’avvocato Olivieri ha ottenuto l’assoluzione. –

Gigi Sosso

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