Nonna raggirata da un’amica per 41 mila euro

PIEVE DI CADORE. Anziana raggirata da una amica.

Sono stati fatti prelevamenti non necessari, su due suoi conti correnti bancari, per un totale di 41 mila euro. All’Unicredit di Borca si è passati dai 3 mila 350 euro prelevati nel 2016 ai 24 mila 300 dell’anno dopo, con un incremento del 70 per cento, e alla Cassa di Risparmio del Veneto di Pieve di Cadore da 5 mila a 15 mila 500, cioè più del triplo. L’anziana non sapeva usare il bancomat e si faceva accompagnare in macchina da un’amica originaria di Trieste, pur essendo in possesso della patente: le indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri hanno portato a Nadia Storti.

Dopo la morte del marito, l’anziana era abituata a prelevare circa 300 euro al mese per le sue limitate necessità e improvvisamente le sue richieste di denaro si sono impennate. È stato un vero amico a segnalarlo alle banche dopo aver esaminato gli estratti conto ed essersi accorto che qualcosa un tornava. È un padovano, che saliva in Cadore per due o tre giorni a volta e si fermava a dormire in una cameretta all’interno della casa dell’anziana. Faceva quello che avrebbe dovuto fare un parente e in maniera del tutto disinteressata. È capitato, al massimo in una occasione, che la donna lo ricompensasse con una somma che può essere considerata importante, dopo un ricovero in ospedale, a Monselice. Nient’altro. E quando il difensore dell’imputata – Ferrucci del foro di Trieste – gli ha chiesto se per caso fosse interessato al patrimonio dell’anziana, l’ha escluso con grande forza.

Anche le impiegate di banca hanno cercato di aiutare la vittima del raggiro, convincendo il direttore a limitare i prelevamenti mensili di denaro. Significativa la reazione della nonna, tra l’imbarazzato e il preoccupato: «E adesso come faccio a dirglielo?».

Naturalmente non è ancora detto che Storti sia colpevole del reato che le viene contestato, certo avrebbe aiutato un’indagine patrimoniale sul suo conto che invece non è stata ritenuta necessaria dalla Procura della Repubblica. Né per lei né per l’uomo che l’ha denunciata, innescando le indagini e portando fino al rinvio a giudizio. L’imputata è difesa dal concittadino Ferrucci. Mentre l’anziana, che soffre di una depressione di grado medio, oltre che da demenza senile a causa dell’età avanzata, si è costituita parte civile con Munerin. Il giudice Zantedeschi ha rinviato ai prossimi mesi per completare la fase istruttoria del processo. —

Gigi Sosso

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