Norme antisismiche, le scuole superiori sono tutte da adeguare

Solo il Follador di Agordo e il Forcellini di Feltre sono stati consolidati. Le verifiche sulle strutture costeranno 170 mila euro
L'istituto Forcellini di Feltre
L'istituto Forcellini di Feltre

BELLUNO Le risorse sono poche. E per fare gli adeguamenti antisismici nelle scuole servirebbero milioni di euro. Così, sono solo due gli istituti superiori che sono stati sistemati dal punto di vista antisismico: il Follador di Agordo, scuola che è stata costruita pochi anni fa secondo le ultime normative di settore e nella quale si sono trasferiti gli studenti dalla vecchia sede, e il Forcellini di Feltre. Sono stati eseguiti gli adeguamenti anche nelle palestre del Colotti e del Renier. In tutti gli altri plessi, dai licei agli istituti professionali, alcuni professionisti incaricati dalla Provincia effettueranno le verifiche di vulnerabilità, che permetteranno di stabilire quali interventi siano necessari.

Solo le verifiche costeranno oltre 170 mila euro. «E fatte le indagini bisognerà effettuare le analisi di laboratorio sui materiali», precisa il consigliere provinciale con delega all’edilizia scolastica Ezio Lise. Anche in questo caso, soldi da spendere. Lise è consapevole che la sicurezza è importante, ma lo è altrettanto del fatto che ci sia moltissimo lavoro da fare. «Del resto dopo la giunta Reolon, che aveva investito 22 milioni di euro per le scuole, è stato fatto poco», ricorda, precisando di non avere intenzione di fare polemica. Le scuole superiori sono sotto la gestione di Palazzo Piloni dalla riforma del 1996. Da allora, ricorda Lise, «si sono succeduti numerosi piani del governo, di ogni colore politico, per mettere in sicurezza i plessi, ma alla fine ci si ricorda della necessità di fare prevenzione solo quando succede una catastrofe».

La Provincia di Belluno «è partita per tempo con gli adeguamenti, abbiamo avviato il monitoraggio delle strutture dopo il terremoto dell’Emilia», prosegue il consigliere, «ma ogni fabbricato ha caratteristiche peculiari, anche perché sono stati costruiti in anni molto diversi». Dagli anni ’30 agli anni ’70 è cambiato il mondo. E le risorse da investire possono avere importi molto diversi, a seconda del plesso. Fu il commissario prefettizio, nel 2013, a firmare la delibera per avviare una verifica di vulnerabilità sui licei e gli istituti professionali. «Allora si decise di cominciare dalle scuole della Valbelluna, dal Feltrino a Longarone, perché si trovano in zona sismica 2. La parte alta della provincia è in zona 3, dove il rischio sismico è meno elevato», continua Lise.

Ma su sedici scuole, sono due sono state oggetto di intervento: il Follador e il Forcellini. «Abbiamo dato priorità alle palestre, perché sono il luogo che viene usato dalla protezione civile in caso di calamità», continua Lise. Sono state adeguate le due del Colotti, con una spesa di 600 mila euro (sta per essere ultimato l’ultimo intervento da 200 mila euro) e quella del Renier. Per le palestre dello scientifico Galilei e del Calvi di Belluno e del Forcellini di Feltre la Provincia ha partecipato a un bando europeo per recuperare le risorse necessarie. È uscito anche un bando di progettazione per l’agrario di Vellai (dove vanno fatti anche interventi per il risparmio energetico). «Mi auguro che con il progetto “Casa Italia” il Governo investa sulle scuole, perché abbiamo molte situazioni da risolvere», conclude Lise. «Lo Stato sa bene dove sono necessari interventi, e anche quante risorse potrebbero servire. Ora è necessario stanziare i soldi, perché la Provincia da sola non può farcela a fare tutti gli adeguamenti antisismici, che sono molto costosi».

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