Notte Brava, «è assurdo vietare la musica all’aperto»

I baristi non si spiegano la decisione di concedere l’esclusiva alla sagra di Castion Massaro: «Chiesti i permessi in ritardo, le regole ci sono e vanno rispettate»

BELLUNO. «A parole si dice che è necessario rivitalizzare il centro storico di Belluno. Ma, nei fatti, ci si muove in direzione contraria». A sostenerlo sono alcuni esercenti del capoluogo, rammaricati per la decisione del Comune di non concedere la deroga per far suonare i gruppi all’esterno in occasione della “Notte Brava”, organizzata per sabato prossimo da BellunoLaNotte.

La sagra del Campanot spegne la musica in centro
La notte rosa organizzata da Belluno la notte per festeggiare il passagio del giro d'Italia in città - l concerto dei Jpm all'Osteria Rialto in piazza delle Erbe

L’evento, infatti, si terrà in concomitanza con l’apertura della festa di San Giovanni, il “Campanot”, a Castion. Ed è proprio per questa concomitanza che Palazzo Rosso ha stabilito che la musica a Belluno potrà essere suonata solo all’interno dei locali e fino a mezzanotte. «Tanto più», come spiegato dal sindaco Jacopo Massaro, «che avevamo proposto agli organizzatori della “Notte Brava” di organizzarla in una data alternativa».

Ma i baristi hanno qualcosa da dire. «Ho già da un mese il permesso della Siae e ho versato quanto c’era da pagare», mette in risalto Mirta Zanolla del Manin. «Adesso cosa dovrei fare? Disdire tutto? Non posso lasciare a casa i musicisti, ci sono degli accordi già presi. L’iniziativa per noi ha un costo, tra l’altro. Ed è ovvio che si speri in un rientro. Noi baristi siamo qui 7 giorni su 7, cercando di dare sempre un servizio». E la Zanolla lancia anche una provocazione: «Se tutti noi esercenti del centro aderenti alla “Notte Brava” decidessimo di far suonare lo stesso i gruppi all’aperto?».

«Per forza di cose dovremo tenere i gruppi all’interno», commenta Giovanni Zubiolo dell’Enoteca Mazzini, «anche se, essendo estate, questo per noi sarà penalizzante. Del resto abbiamo già pagato la Siae e adesso non possiamo disdire. Quello che non capisco è che tipo di concorrenza possa esserci con l’evento a Castion. E poi dobbiamo considerare che noi qui in centro storico lavoriamo tutto l’anno, semmai la priorità dovrebbe essere data a noi». A sostenere che non ci sarebbe concorrenza tra “Campanot” e “Notte Brava” sono anche i titolari del Bistò Bembo. «Dobbiamo accettare la decisione del Comune e non fare polemica», affermano, «però la cosa non ci fa piacere e non ne capiamo il senso. Allora quando ci sono altre sagre in giro per il capoluogo devono essere fermati tutti gli eventi in centro storico? Se capitano concomitanze con i “Giovedì di sera” bisogna annullare altre manifestazioni?».

Da parte sua il primo cittadino ribadisce quanto sottolineato due giorni fa: «I bar possono suonare lo stesso fino a mezzanotte nei locali. La richiesta era per suonare fuori fino alle 23. Dunque: dove sta il problema? E BellunoLaNotte, delegata dei baristi, ha stampato dei volantini annunciando la serata, poi ha fatto un comunicato stampa, e solo alcuni giorni dopo ha chiesto i permessi. Esistono regole e il regolamento prevede proprio per tale motivo di effettuare la richiesta 25 giorni prima». «Avete idea di quanta gente ci sia a cui è stata negata la possibilità di fare eventi e serate perché i baristi si lamentavano della possibilità che venisse fatta loro la concorrenza?», dice ancora Massaro.

Sulla questione tiene a fare una precisazione anche Valerio Tabacchi, già assessore al turismo del Comune: «Io mi sono occupato di spostare la festa brasiliana con stand gastronomico, che era in concomitanza con il “Campanot” e a mio avviso troppo concorrenziale, non di altri eventi. Tanto più che la “Notte Brava” ha comunicato le date dopo marzo 2015, mio ultimo mese in Comune. Tengo anche a ricordare che nessuno, né io né altri dell’amministrazione, ha dato esclusive per favorire alcuni e penalizzare altri».

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi