Novanta esuberi all’Ideal Standard di Trichiana, è sciopero
TRICHIANA. Sciopero di quattro ore oggi allo stabilimento di Trichiana dell’Ideal Standard.
La decisione è stata presa ieri al termine delle assemblee sindacali dove i segretari della Filctem Cgil, della Femca Cisl e della Uiltec Uil hanno illustrato ai lavoratori il piano industriale 2018-2020 presentato dai vertici aziendali nelle settimane scorse.
Un piano che parla di una novantina di esuberi e dell’avvio della cassa integrazione straordinaria da settembre, del mancato ricambio generazionale e della riduzione del costo del prodotto e della produzione. Sacrifici non indifferenti, senza alcuna garanzia di quello che succederà dal 2021 in poi.
Da qui la decisione di scioperare, anche «a sostegno del vertice di domani al ministero dello Sviluppo economico in cui andremo a rivendicare le nostre ragioni cercando una sponda nel Governo», precisa Denise Casanova della Filctem.
«Dopo tre incontri tenutisi a livello territoriale, nonostante una condivisione di massima relativamente alle linee strategiche per lo sviluppo del sito, resta ancora grande la distanza sugli elementi che dovrebbero sostenerlo», sostiene anche Nicola Brancher della Femca Cisl.
A dire la verità gli esuberi comunicati a gennaio 2018 dall’azienda erano 119, ma nei mesi sono diminuiti per pensionamenti o uscite per altri motivi e così ad oggi restano una novantina. A cui si somma il mancato rinnovo dei contratti a termine (circa 25).
Il piano industriale presentato dall’azienda parla di aumentare la competitività dello stabilimento attraverso l’abbassamento del costo dei singoli pezzi prodotti, la diminuzione della produzione (si parla di 750 mila pezzi all’anno a fronte di un forno nuovo che ha maggiori potenzialità produttive), l’apertura della cassa straordinaria, appunto, per 90 lavoratori.
«Come sindacato puntiamo a trovare delle persone che, a pochi anni dalla pensione, volontariamente decidano di lasciare l’impiego, tramite incentivi. Inoltre, l’azienda ha proposto anche l’avvio da settembre della cassa straordinaria», spiega Giorgio Agnoletto della Uiltec, «lo scopo è ridurre il personale entro il 2020 e anche la produzione».
Cassa che non è chiaro se sarà per 90 persone o per tutto lo stabilimento a rotazione. «Non possiamo accettare l’idea dell’azienda per cui prima riducono al lumicino il personale per essere competitivi e poi vedono cosa succede. Non funziona così. La partita è difficile e complicata. La settimana scorsa, dopo 11 ore di confronto non siamo riusciti a trovare un accordo. Speriamo, quindi, che domani al ministero possiamo ottenere appoggio e che le nostre proposte alternative possano essere accettate dall’azienda», prosegue Casanova.
Come è chiaro, resta preoccupante il futuro che si prospetta per l’unico stabilimento italiano rimasto della multinazionale belga. E i timori sono tanti ed evidenti tra i 570 lavoratori di Trichiana.
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