Novanta impianti di risalita per le mountain bike, le Dolomiti aspettano 30 mila ciclisti

Nel fine settimana torneranno a funzionare le prime funivie, dal 1° giugno via al carosello estivo del Bike Galaxy
Francesco Dal Mas

CORTINA. Con le temperature di questi giorni, è già iniziata l’invasione degli appassionati della Mtb e della e-bike sui sentieri Dolomitici. Novanta gli impianti attrezzati per portare le due ruote in funivia, telecabina e seggiovia. L’estate scorsa sono stati 21 mila coloro che ne hanno usufruito, pagando ovviamente l’apposito biglietto. Quest’anno, anzi quest’estate, potrebbero essere almeno 30 mila. Ovviamente si aggiungono a quanti preferiscono farsi le salite sul sellino, non solo le traversate in quota o le discese. «Il Dolomiti Supersummer inizierà ufficialmente il 1° giugno e andrà avanti sino al 1° novembre 2022, ma ci saranno già aperture dal 21 maggio, quando si potranno utilizzare gli impianti con i biglietti di società», fa sapere Andy Varallo, presidente del carosello.

Sono oltre centoventi gli impianti targati Dolomiti che questa estate saranno aperti. Sono soprattutto impianti di arroccamento, ovvero quelli principali che partono dai paesi per portare in quota i clienti. Ma, attenzione, non tutte le funivie, le cabinovie e le seggiovie sono attrezzate per trasportare le bici. «Gli impianti aperti alle bici sono circa 90 su 120 – specifica il presidente – Il trasporto è incluso nel prezzo dei pass Supersummer, mentre può essere richiesto un sovrapprezzo a chi viaggia con le tessere a punti».

«Attualmente la Dolomiti Bike Galaxy (si chiama così il prodotto estivo di Dolomiti Supersummer dedicato agli appassionati di MTB) conta quasi 450 km di trails dedicati con più di 24.000 metri di dislivello in discesa da percorrere in gravity, ci sono svariati bike park con tracciati appositi di varia difficoltà nei singoli comprensori, che nella maggior parte dei casi sono collegati da altrettanti trails a lunga percorrenza, creando così una delle reti di percorsi Bike più vaste al mondo», riepiloga Varallo.

La Sellaronda Bike è molto frequentata e si rifà più o meno al tragitto invernale, su due sensi di marcia. Ma ci sono, oltre ai bike parks nei comprensori, anche nuovi tragitti che permettono di attraversare le Dolomiti da est a oves e da nord a sud, collegando i percorsi esistenti, da una zona all’altra. «E questo modo di spostarsi con la Mtb sta avendo sempre più successo e contribuisce allo sviluppo del mercato delle tessere a tempo per l’utilizzo degli impianti. Gli impianti di risalita svolgono un compito molto importante in questo ambito, in quanto permettono di superare i maggiori dislivelli anche a chi non è preparatissimo dal punto di vista della condizione fisica e permette nel contempo di risparmiare tempo. I giri possono per tanto diventare più lunghi ed entusiasmanti», sottolinea Varallo.

Per quest’anno molte società stanno preparando la loro offerta, che va dai trails ai parchi pratica ai noleggi bici e bike sharing points. «I nostri partners sul territorio, come le Scuole di MTB saranno nuovamente in corsa con programmi interessanti, quali giri guidati, camp di tecnica e sicurezza e corsi per neofiti – come in inverno per lo sci insomma. Non abbiamo ancora tutti i dettagli sulle novità in quanto abbiamo concluso da poco la stagione invernale, ma sicuramente sapremo nuovamente come stupire chi viene a farci visita in sella alla sua Mtb».

Per gli imprenditori , oltre che un business, è un biglietto da visita. «Ci teniamo in maniera particolare a sottolineare il grande potenziale degli impianti di risalita in estate, che dal punto di vista della sostenibilità possono dare una gran mano, mettendosi a disposizione quali alternative prive di emissioni CO2 al traffico motorizzato, sia in valle che sui passi dolomitici – conclude il presidente -.. Gli impianti di ultima generazione sono stati studiati anche per poter soddisfare queste esigenze, sostituendo impianti obsoleti con quelli nuovi, scegliendo anche una linea che possa essere funzionale allo scopo sia in inverno che anche in estate. Nelle grandi città del mondo le cabinovie sono molto richieste per contribuire alla soluzione del problema del traffico urbano. In ambiente alpino si può dire la stessa cosa e a noi impiantisti preme molto questo aspetto – e lo dimostriamo con i fatti, sviluppandoci in questo senso già da diversi anni».

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