Novantamila camion fino all’estate 2020 per recuperare i tronchi schiantati
Dalla prossima primavera all’estate 2020, la provincia di Belluno sarà costretta a far strada a circa 90 mila camion per il trasporto del legname dai boschi schiantati.
È un primo calcolo che si è fatto in sede di Commissariato. Le temperature straordinariamente miti di questi giorni, che hanno sciolto la neve recentemente precipitata, hanno riportato nei boschi le imprese che momentaneamente avevano preso il largo.
Si è al lavoro in Val Visdende, a Lozzo di Cadore, a Nebbiù sopra Pieve di Cadore, a Selva di Cadore, oltre che sull’altopiano di Asiago. In alcune situazioni, i forestali non si sono risparmiati neppure la giornata di ieri, festiva.
«È evidente che le imprese, non appena hanno acquisito i lotti di legname in vendita, vogliono mettersi al lavoro per recuperarlo rapidamente, prima che ci sia l’assalto dei vari insetti» afferma Fabrizio Stella, soggetto attuatore per i boschi.
Non tutte le aree potranno essere bonificate quest’anno, la speranza è di arrivare ai due terzi. Se così accadesse vuol dire che i bellunesi dovranno aspettarsi tra i 55 mila ed i 60 mila camion in più sulle loro strade. Sempre che, ovviamente, i cantieri si possano avviare con la dovuta rapidità.
«Dipende anche dalle piste silvo-pastorali e dalle teleferiche», mette le mani avanti Stella.
Nel recente resoconto in Consiglio regionale, Zaia ha indicato in 150 milioni i costi per recuperare le strade danneggiate e per recuperarne di nuove. Tenendo conto, tuttavia, che una quota degli schianti sono irrecuperabili per difficoltà di accesso. Un’altra condizione in termini di tempi è la sicurezza sul lavoro: nell’Agordino, ad esempio, gran parte dei versanti sono ripidi, arrivano a pendenze dell’80 per cento, ed è urgente costruire paramassi e barriere di protezione. L’investimento calcolato è di 296 milioni.
«Finché il territorio non è sicuro – anticipa Stella – i tronchi non si possono levare». Oltre alle barriere e alle piste di accesso, sono necessarie le teleferiche. Quelle più lunghe di 15 metri hanno necessità dell’autorizzazione Enac.
E l’Enac – si fa sapere – è già stato contattato perché non burocratizzi l’iter procedurale, ma sia rapido nelle decisioni. Si era detto dei ritardi eccessivi nella vendita dei lotti di legname.
Secondo quanto riferito dal commissario Zaia, gli accordi sono vicini all’80 per cento. Sull’altopiano dei sette Comuni, dove la conformazione non dà problemi, si è oltre quota 80.
In Val Visdende, con parte dei boschi quasi pianeggianti, si sta arrivando a questa quota. Poco distante il Cadore. Per quanto riguarda l’Agordino, in Comune di Selva di Cadore sono maturati importanti accordi. Nel resto del territorio si è in attesa della mappatura dei lotti accessibili e, quindi, subito da porre in vendita. Per le aree più difficili bisognerà aspettare qualche tempo.
Zaia ha riferito che ad oggi risultano venduti 750 mila metri cubi sull’altopiano di Asiago e circa 800 mila metri cubi tra il Cadore ed il Comelico. «Per l’Agordino bisognerà aspettare la primavera e uscire dalla fase emergenziale del rischio valanghe».
Intanto questa settimana verrà aperto lo sportello del Commissariato a Rocca Pietore. I tecnici presenti daranno tutte le informazioni necessarie per procedere alla pulizia dei boschi, ma con ogni probabilità arriveranno anche altre competenze. —
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