Nubi su Safilo, oggi due ore di sciopero
LONGARONE. Taglio delle corriere, aumento delle giornate di cassa integrazione, trasferimento del magazzino resi da Longarone a Padova e una situazione più che mai precaria. I lavoratori dello stabilimento longaronese di Safilo sono molto preoccupati per il loro futuro, tanto che oggi sciopereranno due ore alla fine di ogni turno.
La situazione per il migliaio di dipendenti dell’azienda che produce occhiali e per i sindacati di categoria non è più sostenibile. E ieri, nel corso delle assemblee in fabbrica, il clima si è acceso: «Lanciamo il nostro grido di dolore per far capire all’azienda che così non va bene. I vertici dello stabilimento di Longarone devono iniziare ad ascoltare realmente quello che dicono i lavoratori e il sindacato», precisa Nicola Brancher, segretario della Femca Cisl.
Cosa preoccupa. Dal primo luglio l’azienda ha deciso di sospendere il servizio di trasporto con corriere, dedicato ai lavoratori. «Una scelta presa per ridurre i costi. Ma a prendere queste corriere, che confluiscono da varie parti della provincia e anche dal Vittoriese, sono quasi 200 persone», sottolinea Rosario Martines, segretario della Uiltec Uil. Ma c’è di più. In queste settimane, sono aumentate le giornate di cassa ordinaria: «All’inizio dovevano essere quattro al mese, ma sono già salite a dieci. E questo ci preoccupa, perché non capiamo cosa ci riserverà il futuro?», si chiede Denise Casanova della Filctem Cgil.
A generare un clima davvero teso all’interno dello stabilimento, però, è la notizia, arrivata pochi giorni fa, dell’intenzione da parte della dirigenza di spostare il magazzino resi da Longarone a Padova. Sono 43 i lavoratori che potrebbero essere trasferiti in pianura: «E questo senza considerare che Safilo ha già annunciato circa 200 esuberi all’interno della fabbrica bellunese. Abbiamo chiesto ai vertici aziendali di venire incontro ai lavoratori che volontariamente hanno scelto di cambiare il loro turno dando loro 100 euro in busta paga, ma anche questa richiesta è stata negata», sottolinea dispiaciuto ancora Martines.
Lo sciopero. «Lo sciopero di due ore, quindi, vuole essere un primo segnale che lanciamo all’azienda per far capire che, se non dovesse ascoltare i nostri consigli, siamo pronti alla battaglia», dicono i tre sindacalisti, che precisano che ormai la misura è colma. «Queste scelte aziendali rischiano di avere ripercussioni pesantissime sulle persone».
«I problemi di Safilo stanno in scelte manageriali e gestionali non adeguate, che nulla hanno a che vedere con la struttura produttiva. Bisogna rivedere i costi partendo dalla testa e non dalla coda, i problemi stanno nella mancanza di competenze adeguate, una mancanza cronica che si continua a non voler vedere», concludono i sindacalisti.
Tra i lavoratori la preoccupazione è già alle stelle: «Da tanto tempo dicevamo ai sindacati che era necessario far sentire la nostra voce e che non si poteva subire tutto senza dire nulla. Così, abbiamo deciso di fare sciopero. Di situazioni critiche ne abbiamo passate diverse, negli anni, ma questa è la più dura. Non sappiamo come ne usciremo», dicono alcuni dipendenti.
Il gruppo Safilo pare non aver accolto troppo bene la proclamazione dello sciopero di oggi: «Ribadiamo il ruolo strategico di Longarone», ribadiscono dall’azienda, «centro di eccellenza indiscusso. In questi primi cinque mesi dell’anno abbiamo investito già 1,7 milioni di euro, quindi il piano degli investimenti sta proseguendo. Anche i nuovi prodotti in metallo stanno andando bene e a luglio ci sarà un rallentamento della cassa integrazione». Ma questo non basta a tranquillizzare gli animi.
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