Nuova cabinovia Olimpiadi 2026, il progetto passa alla provincia: decisione giovedì
L'investimento da 127 milioni di euro vede la partecipazione di Pool Engineering e Quick No Problem Parking, ma il progetto continua a incontrare obiezioni da parte della Soprintendenza e dell'Autorità di bacino

Nuova cabinovia da 2400 posti l’ora di Socrepes per i Giochi olimpici: il pallino passa alla Provincia.
Palazzo Piloni, sede dell’ente – o meglio: i suoi uffici tecnici – chiede che la Conferenza dei Servizi regionale si pronunci non solo sul collegamento a fune da campo Apollonio a Socrepes, ma anche sull’annesso nuovo parcheggio interrato da 750 posti auto. Giovedì prossimo, a Venezia, terrà seduta, probabilmente decisoria, l’attesa Conferenza.
E in questa sede tutti i soggetti dovranno dire sì all’opera, per consentire a Simico di procedere con l’appalto della componente che dovrà vedere la luce per le Olimpiadi: la cabinovia, appunto. Indispensabile, per non veder dimezzato il pubblico delle gare del 2026. Ma il semaforo verde varrà per l’intera “Proposta di partenariato pubblico privato per un nuovo sistema di mobilità intermodale”, come viene chiamato, quindi anche per il parcheggio e il tappeto mobile che in galleria porterà i turisti in centro e fino alla stazione del Faloria.
Un investimento da 127 milioni di euro di Pool Engineering e di Quick No problem Parking. Un’opera che per quanto riguarda l’accesso alle piste di Socrepes è stata considerata «strategica» dal Cio, ma il cui progetto impatta contro alcune obiezioni della Soprintendenza e dell’Autorità di bacino delle Alpi Orientali che hanno chiesto delle integrazioni ai progettisti.
Primo vertice martedì
Per un confronto sulle soluzioni individuate è stato convocato un vertice preliminare per domani pomeriggio. Doveva tenersi oggi, ma è stato posticipato per definire ancora più puntualmente le proposte e dar modo ai tecnici della Soprintendenza e dell’Autorità di bacino di intendersi appropriatamente sulle prescrizioni da affidare alla committenza, quindi alla stessa Simico, per quanto riguarda l’impianto a fune che sarà realizzato con i 20 milioni di finanziamento pubblico.
In questo caso, l’ultimo nodo sarà quello dello spostamento di due metri di un pilone e della stazione intermedia che insistono sul versante ritenuto franoso di Mortisa. Due metri di variazione progettuale che fino ad ora sembrano non trovare coincidenti i pareri dell’Autorità e della Soprintendenza. Domani, in Regione, in sede di Comitato tecnico regionale Via, si tenterà di farli appunto coincidere, magari attraverso prescrizioni condivise.
Il secondo giovedì
Misure che poi giovedì verranno recepite dalla Conferenza dei servizi decisoria, dalle cui conclusioni dipenderà il prosieguo dell’intricato iter della cabinovia. La Società Infrastrutture Milano Cortina (Simico), infatti, se il parere sarà positivo, procederà alla gara d’appalto dell’opera.
Con questi tempi, già entro il mese di febbraio i lavori potrebbero essere assegnati. A quel punto scatterà il cronoprogramma che prevede 7 mesi di cantiere (10 se dovessero intervenire delle sorprese). Se il vertice di domani sarà sostanzialmente tecnico, quello di giovedì sarà politico.
Il ruolo della provincia
Ed è proprio giovedì che la Provincia di Belluno sarà attesa per il parere definitivo. Roberto Padrin, il presidente della Provincia, anche in occasione della Coppa del Mondo femminile, ha rassicurato i diversi operatori olimpici, dicendo che non sarà certo palazzo Piloni ad assumersi la responsabilità di far mancare uno degli obiettivi strategici dei Giochi, la cabinovia.
Sta di fatto che l’ultima pec recapitata al Comitato tecnico regionale è quella della dirigente della Provincia Antonella Bortoluzzi: «Quanto pubblicato nella cartella web “Controdeduzioni seconda consultazione 3 dicembre 2024” e in particolare il documento “Via, risposte ai pareri dal 18 ottobre 2024 al 27 novembre 2024 signet.pdf” non apporta significativi elementi aggiuntivi di valutazione» sta scritto, per cui «con la presente confermo quanto osservato nelle precedenti comunicazioni».
E le osservazioni, si sa, erano critiche. La Soprintendenza, invece, si è limitata a chiedere delle integrazioni. Ebbene, Vincenzo Tinè, il Soprintendente, rilevava che «Il progetto della nuova variante del secondo tratto dell’impianto di risalita, così come rappresentata schematicamente negli elaborati integrati il 30 dicembre 2024, non ha il grado di dettaglio sufficiente per poter permettere a questo ufficio di esprimersi sugli impatti paesaggistici che le modifiche previste comportano al paesaggio oggetto di tutela».
Tinè concludeva scrivendo che «fermo restando le prescrizioni già espresse» ancora il 27 novembre scorso, «si rimane in attesa di ricevere il progetto del tratto variato del tracciato, completo in tutte le sue parti».
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