Nuova centralina sul Maè il progetto in Regione

Domani la presentazione del piano, tra i soci della ditta anche il pastificio Rummo Il sindaco di Val di Zoldo De Pellegrin: «Ci opporremo con tutte le nostre forze»
Di Valentina Voi

VAL DI ZOLDO. La Val di Zoldo e Benevento, l’acqua del Maè e la pasta Rummo. Cosa c’entrano? Quel che è certo è che il torrente Maè fa gola a chi punta allo sfruttamento idroelettrico del territorio, tanto che se ne parlerà domani a Venezia in occasione di una riunione del Comitato Tecnico Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale.

Sigle e termini che i cittadini delle Dolomiti hanno dovuto, loro malgrado, imparare a conoscere. Da anni infatti l’oro blu della provincia, i suoi torrenti, fa gola a quanti puntano alla produzione di energia tramite sfruttamento idroelettrico.

Domani mattina il comitato tecnico si riunirà per discutere del progetto proposto dalla ditta Cire srl sul torrente Maè in località Pecol. Il progetto, come si legge negli atti depositati in Regione, prevede di collocare l’opera di presa a quota 1443 metri sul livello del mare mentre la centrale è a quota 1335 metri. La centralina, che avrebbe una portata massima di 0,55 metri cubi al secondo, punta a produrre una potenza nominale media di 256,13 kW.

Il prossimo passo è l’illustrazione del progetto da parte della ditta ai fini della procedura di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via). Oltre alla Cire sono stati invitati il sindaco di Val di Zoldo e la Provincia di Belluno insieme ad alcune figure tecniche.

«Il Comune si opporrà con tutte le sue forze a questo progetto» spiega il sindaco di Val di Zoldo Camillo De Pellegrin, «abbiamo già depositato le nostre osservazioni, che devono essere oggetto di valutazione».

Una ditta che vuole installare una centralina idroelettrica e il territorio che si oppone: un copione visto già molte volte sul territorio bellunese. Raramente, però, dietro a questi progetti c’è una firma famosa quanto quella della pasta Rummo.

La ditta che ha presentato il progetto - Compagnia Italiana Risparmio Energetico, siglabile come Cire srl - vede infatti tra i soci proprio il famoso pastificio beneventano. Secondo le informazioni archiviate nel registro imprese della Camera di Commercio (visura camerale T227193185 estratta in data 15 novembre 2016) la quota societaria di Rummo spa è del 10%. Il 29% delle quote è detenuto da Antonio Rummo mentre il restante 61% è di Isabella Columbro.

«Quello che vorrei sapere è se un pastificio come Rummo, che ha anche subito i danni di un’alluvione e che è attento ai valori del territorio, si rende conto di quali effetti ha una centralina sul delicato ecosistema delle Dolomiti» aggiunge De Pellegrin, «siamo agguerriti e continueremo a difendere lo Zoldano e i suoi corsi d’acqua».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi