Nuova ordinanza antismog a Belluno restano le deroghe

Treviso detta la linea nella lotta all’inquinamento, ma Belluno vuole mantenere una linea più “morbida” per quanto riguarda i limiti al traffico. In questi mesi gli assessori all’ambiente dei sette Comuni capoluogo del Veneto si sono incontrati per continuare il percorso di lotta all’inquinamento atmosferico previsto dal Patto padano (accordo di cui fanno parte anche i capoluoghi di Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte). In Veneto si punta a definire un’ordinanza antismog tipo, applicabile in tutti i Comuni con popolazione superiore ai 30 mila abitanti.
Lo scorso anno, infatti, Belluno, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Verona e Vicenza hanno usato un modello ma lo hanno adattato alle esigenze delle loro realtà, prevedendo una serie di deroghe diverse per il transito dei veicoli nelle varie fasce di allerta, verde, arancione e rossa. Fasce che dipendono dagli sforamenti dei livelli di polveri sottili registrati dalle centraline Arpav, e che comportano il blocco di alcune tipologie di veicoli in determinate fasce orarie. Agli ingressi della città, lo si ricorderà, erano stati posizionati dei cartelli che indicavano le varie fasce.
L’ordinanza è rimasta in vigore fino al 31 marzo e a ottobre bisognerà farne una nuova. A Belluno non dovrebbero esserci grandi novità: le deroghe dovrebbero rimanere quelle che erano già state previste lo scorso anno, e anche le strade vietate alle auto troppo vecchie non dovrebbero essere modificate. «Siamo sempre molto aperti al dialogo e al confronto sulle tematiche legate all’inquinamento», spiega l’assessore all’ambiente del Comune di Belluno, Stefania Ganz. «Ma la situazione che si vive nel nostro territorio è ben diversa da quella delle città della pianura veneta».
Basta analizzare i dati sugli sforamenti delle Pm10 per capirlo: a Belluno si contano sulle dita di due mani, in un anno, negli altri capoluoghi veneti sono molto più frequenti. «Al momento siamo nella fase di studio per la prossima ordinanza, che dovremo emettere in autunno», continua la Ganz. «Ma per noi risulta inevitabile consentire una serie di deroghe importanti, perché non abbiamo parcheggi scambiatori ai margini della città dove possano essere lasciate le macchine, né abbiamo tangenziali che consentano di scavalcare il centro».
Da qui la necessità di avere un atteggiamento più morbido nei confronti degli automobilisti, che infatti a Belluno hanno potuto circolare senza grandi divieti nei sei mesi in cui è rimasta in vigore l’ordinanza.
«Non ignoriamo certo i problemi dovuti all’inquinamento, e continueremo a fare campagne informative per ridurlo», precisa la Ganz. In particolare quello dovuto all’utilizzo delle stufe a legna per il riscaldamento. Su questo aspetto saranno coinvolti e sensibilizzati anche gli altri comuni della Valbelluna.
Su una deroga, però, la Ganz è d’accordo che serva uniformità: l’età degli automobilisti. C’è chi ha messo come limite oltre il quale si può circolare sempre i 60 anni, chi 65, chi ancora i 70. Su questo aspetto i sette capoluoghi del Veneto cercheranno di trovare l’unanimità. —
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