Nuova richiesta di una statua nel paese di Cesiomaggiore
CESIOMAGGIORE. Datemi una statua. È almeno la seconda volta che Erostrato chiede almeno un busto, a Cesiomaggiore, affinché il paese sconti le proprie colpe, soprattutto per la presunta politica di accoglienza nei confronti dei migranti. La pone come condizione indispensabile per non farsi più sentire con lettere con o senza polverina bianca, scritte con la vernice e fuoco. «Poi me ne vado», promette l’anonimo che sta colpendo ormai dalla scorsa estate, ma i paesani vorrebbero prima sapere di chi si tratta e non solo per salutarlo e non vederlo mai più. Per sdrammatizzare, il sindaco cesiolino Carlo Zanella aveva ipotizzato la zona del cimitero per l’eventuale mausoleo, ma nel frattempo Erostrato ha anche alzato il tiro, prendendosela con i bambini della scuola materna di Cergnai. Non è più la legnaia fuori mano, incendiata con il petrolio e l’olio di semi: all’inizio della scorsa settimana è successo qualcosa di molto più grave, che coinvolge i più piccoli. L’allarme è aumentato e non ci sono ancora indagati, al di là dei controlli su due cesiolini che hanno potuto dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati a Erostrato. Ma che statua vuole? In che materiale? E dove? Questo l’anonimo non l’ha mai detto, ma comunque è difficile che la sua domanda possa essere presa in considerazione.
Nell’ambito delle indagini, i carabinieri stanno aspettando una risposta dall’Istituto zooprofilattico di Padova, a proposito delle sostanze trovate negli inneschi degli incendi. Le formule chimiche indicate in una lettera esistono, ma c’erano quelle sostanze? (g.s.)
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