Nuova sala slot alla Veneggia aperta senza autorizzazione

Fratelli d’Italia prende posizione e il sindaco spiega: «Comune e Questura hanno detto no, ma il Tar ha concesso una sospensiva alla società»



È guerra aperta tra il Comune di Belluno e le società del gioco d’azzardo. A confermarlo è il sindaco, Jacopo Massaro, che ieri è stato sollecitato da Monica Mazzoccoli, presidente del Circolo Città di Belluno di Fratelli d’Italia, che ha chiesto spiegazioni rispetto all’apertura di una nuova sala slot di grandi dimensioni alla Veneggia. «Molti di noi avranno certamente notato la recente apertura di una grande sala slot di noto marchio aprire proprio di fronte al Centro Commerciale Veneggia», ha sottolineato Mazzoccoli. «La domanda al sindaco sorge quindi spontanea: che cosa ne è stato del meraviglioso regolamento del marzo 2017, reclamizzato ampiamente? Come mai a questa società è stato concesso il permesso di aprire una nuova sala slot? Era solo una promessa elettorale?».

La risposta di Massaro ha rivelato la battaglia legale in corso con la società in questione: «Giustamente Fratelli d’Italia sottolinea che già da qualche anno nella nostra città è in vigore un regolamento che abbiamo fortemente voluto e che limita la possibilità di aprire nuove sale slot, prevedendo che debbano essere lontane da molti punti sensibili: bancomat, scuole, chiese e altro. E correttamente FdI sottolinea che abbiamo fatto questa scelta politica molto importante, che sicuramente va contro le lobby, ma si adegua a quanto ci dice oggi la scienza e cioè che la ludopatia è un problema emergente, che va frenato per non mettere a repentaglio la salute dei cittadini. Quello che non può sapere FdI», prosegue il sindaco, «è che il Comune non ha mai autorizzato l’apertura della sala slot della Veneggia e non lo ha fatto neanche la Questura. Anzi, Comune e Questura hanno negato il permesso a questa società, che però ha fatto ricorso al Tar impugnando il nostro regolamento e tutto l’iter amministrativo. Il Tar purtroppo ha concesso la sospensiva, cioè ha temporaneamente concesso l’apertura della sala slot in attesa di una decisione definitiva».

La società ha colto la palla al balzo: «Purtroppo», aggiunge Massaro, «non possiamo far altro che assistere a questa apertura in attesa di una sentenza che riteniamo possa essere a favore dei cittadini bellunesi. Perché a questo punto ci sono due parti che si fronteggiano: da un lato ci sono Comune e Questura che applicano i regolamenti a tutela della salute dei cittadini, dall’altro c’è un’attività economica che invece si rapporta a questa situazione con mero spirito di lucro e nessun altro tipo di finalità. Siamo abbastanza certi che il Tar e anche il Consiglio di Stato, che si è già espresso più volte a favore della tutela della salute dei cittadini, decidano in modo favorevole alla popolazione. Di sicuro, però, con questa apertura temporanea si sta già determinando un danno alla nostra popolazione e questo è un aspetto negativo che andrà preso in considerazione».

L’apertura della sala slot non autorizzata ha irritato anche la maggioranza: «A fronte di questo precedente», dice il sindaco, «anche i gruppi di maggioranza hanno discusso di questo tema e ne è uscita la volontà di un irrigidimento dei criteri per l’apertura delle sale slot, perché evidentemente i criteri attuali non danno sufficiente garanzia di tutela della salute pubblica. Penso che il tema verrà ripreso in mano e che ci sarà una stretta ulteriore. Non abbiamo mai tradito le promesse elettorali e anzi, abbiamo agito in totale coerenza. La coerenza che manca, invece, alle attuali forze di governo: ricordo che avevano promesso una guerra al gioco d’azzardo e quanto meno una immediata eliminazione degli spot pubblicitari. Ebbene, non c’è stata nessuna stretta e anzi osservo che le pubblicità imperversano su tutti i canali televisivi, dove quella sul gioco d’azzardo è ormai la pubblicità prevalente».

Nel suo comunicato, Mazzoccoli ha anche ricordato i drammatici numeri della ludopatia in provincia: «Stando ai dati diffusi dall’Usl 1, sono circa 4.000 i bellunesi dipendenti dal gioco d’azzardo. Nel 2016 sono stati “giocati” 260.321.908,37 euro in provincia e nel 2017 si stimava un aumento del fenomeno del 4%». —



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