Nuova tegola in arrivo per il volontariato: con la “Spazzacorrotti” a rischio l’attività
Vita sempre più difficile per le associazioni di volontariato, le Fondazioni e i comitati, alle prese con la legge n. 3 del gennaio 2019 conosciuta anche come “Spazzacorrotti”.
All’articolo 1 comma 20 della legge si introduce, infatti, un’equiparazione degli enti privati ai partiti politici, in materia di obblighi di trasparenza per la prevenzione dei fenomeni corruttivi. Inoltre si prevede che le associazioni che hanno nei loro organi direttivi anche un solo ex amministratore (comunale, provinciale, regionale, nazionale, europeo) che abbia ricoperto tale incarico negli ultimi 10 anni, devono espletare alcuni obblighi, come la redazione di bilanci certificati da società di revisione, che dovranno essere depositati poi alla Commissione di garanzia di partiti nella Camera dei deputati, Camera a cui dovranno comunicare ogni donazione superiore a 500 euro. E molti altri adempimenti.
«Siamo sicuri che questa legge spazzerà via i corrotti e non allontanerà invece le persone dall’impegno politico?». A porsi queste domande sono tutti i presidenti delle associazioni, tra cui anche quello delle Pro loco provinciali, Davide Praloran. «Proprio l’altro ieri si è svolta una giunta dell’Unpli veneto dove abbiamo discusso di questa normativa e non riusciamo a vedere soluzioni. Perciò abbiamo chiesto alla nostra associazione nazionale di intervenire. Qui l’unica possibilità è quella di cambiare la norma ma lo possono fare soltanto i parlamentari».
Praloran si dice molto preoccupato e anche amareggiato. «È l’ennesima tegola che cade addosso al volontariato. Prima il decreto Sicurezza nel 2017 che è stato inasprito l’anno scorso, ora questa legge. È giusto mettere a norma le strutture dal punto di vista antincendio e altro, ma aggiungere burocrazia a tutto il resto vuol dire impedire al volontariato di lavorare».
Il presidente delle Pro loco bellunesi se la prende con i politici.
«All’assemblea dell’associazione, a cui erano presenti anche i nostri parlamentari, nessuno di loro si è ricordato di avvisarci di questa legge. In provincia ci sono 57 Pro loco che impegnano oltre 11.500 persone che lavorano in modo volontario. Abbiamo problemi a trovare il ricambio generazionale, e ora si aggiungono nuove regole che ci legano le mani». Praloran fa notare che «nei piccoli paesi è quasi normale che chi si impegna nel sociale, poi si impegni anche in politica, e quindi è logico trovare tra i consiglieri o ai vertici delle Pro loco amministratori locali. Noi abbiamo chiesto di sburocratizzare la nostra attività che non può essere paragonata ad un’azienda, e invece stanno facendo il contrario. La cosa che mi stupisce è che nessuno intervenga».
«Invece di dare una mano alle associazioni, qui fanno di tutto per complicarci la vita, credo che il nostro Paese abbia problemi più urgenti da risolvere», commenta anche Oscar De Bona, presidente dell’Associazione bellunesi nel mondo. Associazione che ha al suo interno l’ex assessore comunale, Angelo Paganin. «Sono all’interno del comitato esecutivo dell’Abm», commenta Paganin, «e presidente pro tempore del Rotary club. Il mio incarico istituzionale come assessore comunale l’ho terminato nel 2012 e quindi meno di 10 anni fa. Per cui le associazioni di cui faccio parte dovranno adempiere a questi nuovi obblighi. Con i bilanci certificati o altro come si può verificare la corruzione di una persona?».
«Si parla sempre dell’importanza di rendere tutte le persone corresponsabili del bene comune», conclude Paganin, «ma poi quando uno si mette a disposizione, trova queste sorprese. E non è l’Europa a obbligarci a farlo, ma il nostro stesso Paese ci mette questi vincoli».
«Siamo di fronte all’ennesimo adempimento che rende difficile l’attività delle associazioni», commenta anche Maurizio Fontanelle, presidente della Pro loco di Castion. «Aggiungere ulteriori adempimenti burocratici non risolve certo il problema della corruzione. Questa legge non fa altro che far passare il messaggio che la politica è una cosa sporca, che chi la fa forse qualche interesse lo deve avere: invece nelle nostre realtà molti lo fanno per puro spirito di servizio, per desiderio di partecipazione. E noi abbiamo bisogno di queste persone. A pensarci bene, questa legge davvero ridurrà la corruzione? Non è invece probabile che allontanerà le persone dalla politica? Bisogna valutare a cosa dare la priorità». —
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