Nuova vita al toro dei milanesi: il restauro parla belunese
BELLUNO. È arrivato da Mel il restauratore del pavimento della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, monumento che in questi giorni festeggia i 150 anni di vita. Si tratta di Gianluca Galli, 40 anni, giunto nel cuore di Milano, a restituire nuova vita ai mosaici su cui camminano ogni anno milioni di persone, ennesima tappa di un percorso professionale che lo ha visto transitare, negli ultimi dieci anni, da Firenze a San Pietroburgo, da Spello in Umbria a Trento, da Roma a Venezia. Perché di restauri l’Italia ha bisogno costantemente, visto l’immenso patrimonio artistico di cui dispone, e di tecnici del restauro esperti e capaci, con una esperienza tanto vasta e variegata alle spalle, non ce ne sono poi moltissimi.
Gianluca è uno di questi. «Il cantiere è la bottega in cui mi sono formato, il centro del mio lavoro», spiega da Milano a conclusione dell’ennesima giornata di lavoro. «Un lavoro che amo e che ogni giorno sono felice di poter svolgere. Anche, come è capitato in Galleria in questi ultimi sette mesi, se sei a diretto contatto con le persone che passano, guardano e chiedono, si informano, sono curiose».
Il suo infatti è un micro cantiere a vista, dove per otto ore al giorno è stato impegnato a sostituire le tessere ammalorate del mosaico che forma la pavimentazione della Galleria. In questi ultimi giorni, ad esempio, chino sul pavimento, è stato impegnato nel ridare spessore e colore al toro rampante, uno dei simboli della Galleria. I milanesi e i turisti sono soliti da sempre calpestarlo, al punto di farlo quasi scomparire alla vista, soprattutto nella parte dei testicoli, perché un’antica tradizione narra che questo atto porti fortuna. Gianluca Galli si è documentato su immagini d’epoca e sul materiale di restauri precedenti, ha selezionato le tessere più adatte fra quelle avanzate dall’ultimo grande restauro, avvenuto cinque anni fa, in base a grandezza e colore, le ha tagliate e posizionate per una verifica su un disegno in scala uno a uno, poi le ha messe in sede usando malte e colle, fino al raggiungimento dell’obiettivo finale.
Partito da Mel, Gianluca Galli, classe 1977, per lavoro ha girato mezza Italia, e non solo. «Ho imparato il restauro a bottega», spiega, «poi ho studiato e mi sono formato a Firenze, alla scuola del restauro di Palazzo Spinelli; quindi sono andato a lavorare prima a Vinci, poi a Belluno, nel 2007, operando su un affresco e su alcuni portali. Sono poi entrato in contatto con una ditta di Assisi che opera in questo campo, la Estia srl, e grazie al suo titolare, l’architetto Paolo Pecorelli, e alla fiducia che mi sono conquistato sul campo, ho avuto l’occasione di partecipare, nel 2008, al restauro della Reggia di Caterina, il Palazzo d’Estate di San Pietroburgo in Russia. Lì», prosegue con orgoglio, «abbiamo restaurato la facciata principale e io sono stato chiamato a gestire tutto il cantiere, coordinando l’opera di varie aziende italiane impegnate su quel progetto».
Gianluca elencale esperienze a Trento, con il restauro della controfacciata del Duomo (2008-2009); il restauro a Roma di un Palazzo settecentesco; l’Abbazia di San Silvestro a Spello in Umbria; il restauro del Seminario patriarcale a Punta della Dogana a Venezia; il restauro della collezione degli stemmi lapidei dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano alla Normale di Pisa; ancora a Venezia il soffitto della Chiesa di San Silvestro; vari interventi all’Aquila del post– terremoto, con restauri dei palazzi del centro storico, pitture murali ed affreschi.
«Dopo essere stato un anno a Belluno per ragioni familiari», prosegue, «Pecorelli mi ha quindi chiamato, nel settembre del 2014, a lavorare all’Arco d’ingresso della Galleria Vittorio Emanuele, per i preparativi pre-Expo. Lì ho avuto modo di collaborare con due professionisti di assoluto valore, in un incarico bello e prestigioso. E ho deciso allora di rimanere a Milano, che poi non dista molto da Belluno, dove mi piace tornare spesso nella mia casa contadina del Settecento, che ho restaurato in centro a Mel».
Facendo il pendolare da Milano, Galli ha partecipato al restauro della parte storica della stazione di Bologna e in questi ultimi mesi è stato impegnato nella manutenzione del pavimento in mosaico della Galleria Vittorio Emanuele di Milano. E ora? «Il mio lavoro qui in Galleria si conclude il 22 settembre, poi vedremo; può darsi anche che faccia qualcosa a Belluno e in Veneto. Nella mia attività ci sono due possibilità: o ti leghi a un’azienda, e la segui in Italiaeo nel mondo, dove vince le gare e apre i cantieri, oppure scegli una città e lavori per le varie ditte che vi operano, sfruttando il curriculum, le esperienze professionali maturate, i contatti».
Milano un’ottima soluzione, anche per sviluppare la sua altra grande passione: la musica. «Colleziono dischi originali, in vinile e gommalacca, degli anni’ 30”». Dismessa la tuta da tecnico del restauro, dunque, Gianluca Galli si trasforma in cultore della musica e anche in ballerino. «Sì, anche in questo campo», conclude, «riesco a soddisfare la mia curiosità per il recupero del passato».
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