Nuovi mappali Anas per la chiesa di Faè giovedì la riunione

LONGARONE. Marcia indietro dell’Anas. Dopo l’esproprio fallito del terreno davanti alla chiesa di Faè di Longarone il 6 agosto, alla fine del mese l’azienda nazionale delle strade ha notificato al proprietario dell’area, Giovanni Battista Protti, un provvedimento di esproprio con i mappali ridotti. Il sagrato dell’edificio sacro sarebbe risparmiato dalla variante della statale 51 di Alemagna, mentre non è ancora stato precisato il destino dei ruderi.

Un’idea più chiara la si avrà nella riunione di giovedì, alle 14.30, nella sala riunioni del municipio. Intorno al tavolo, un rappresentante dell’Anas, Protti e il sindaco longaronese Roberto Padrin. Nel frattempo, l’avvocato padovano Protti si sta facendo un’idea sempre più chiara della situazione: «Se tutti fosse stato fatto secondo i crismi, credo che l’Anas non mi avrebbe inviato una nuova notifica di esproprio con i mappali dirotti», osserva, «dopo aver impedito ai tecnici di entrare nel mio terreno e picchettarlo, ho teso una mano all’Anas, proponendole di discuterne intorno a un tavolo e mi fa piacere che l’invito abbia trovato risposta da parte dei due enti interessati. Ci parleremo e vedremo se sarà possibile trovare una soluzione, che possa salvaguardare una delle poche testimonianze della tragedia del Vajont».

La zona sarà interessata dal primo stralcio dell’intervento che prevede la costruzione di uno snodo per migliorare entrata e uscita della zona industriale. All’altezza della chiesetta, c’è una curva pericolosa, che sarà rettificata ed è prevista anche la realizzazione di un muro lungo 35 metri e alto due. Ma secondo Anas «i lavori nell’ambito del Piano straordinario per l’accessibilità a Cortina 2021 non interessano la chiesetta e le relative fondamenta né i resti della vecchia casa al confine con la strada statale. L’integrità degli immobili non sarà compromessa dalle attività lavorative previste. Inoltre, l’accesso alle aree di proprietà di Protti sarà mantenuto e migliorato, in modo da assicurarne sia l’utilizzo che la coltivabilità». –

G.S.

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