Nuovi marchi e filiali estere: Marcolin punta a crescere
LONGARONE
Per garantire gli utili, e quindi i posti di lavoro, bisogna crescere. È la dura legge del mercato nel mondo dell’occhiale, così come l’ha tratteggiata ieri a Longarone Massimo Renon, amministratore delegato di Marcolin. «Oggi è ancora più necessario di ieri», ha detto nel corso della convention annuale con i dipendenti, riuniti in Fiera, «perché il mondo corre e per ritagliarsi nuovi mercati bisogna essere bravi a fare il proprio mestiere, rapidi nel capire le nuove tendenze, in particolare quelle dei millenials e dei Paesi più lontani da noi».
È stato un incontro, quello di ieri, improntato alla trasparenza e all’appartenenza, un appuntamento nel quale Renon ha voluto rendere esplicita l’accelerazione che sta imponendo all’azienda. Ricordando dapprima il contesto in cui ci si muove. «Luxottica, con l’accordo con Essilor e la gestione diretta di ben 17 mila punti vendita, condiziona il business di tutti i concorrenti; così come ha spostato gli equilibri la decisione di due massimi player del lusso, Kering e Lvmh, di entrare direttamente nella produzione degli occhiali per massimizzare i margini, valorizzando i brand in portafoglio».
«Per fortuna Lvmh ha scelto noi. E sapete perché? Perché siamo i più bravi a farli», ha soggiunto a motivare i suoi collaboratori. Ma non si rischiano sovrapposizioni con Thélios, la joint venture di cui Marcoloin detiene il 49% e Lvmh il 51%? «No, nessun rischio», ha risposto Renon, «siamo complementari, lavoriamo su prodotti di fascia diversa. Inoltre io faccio parte del Cda di Thélios, Zoppas, (ad di Thélios, ndr) fa parte del nostro Cda». Come a dire: ci parliamo costantemente, concordiamo le strategie.
Come crescere?
«Il 97% del nostro business lo facciamo su licenza», ha spiegato Renon, «quindi, chiusi i rapporti con due marchi Montblanc e Balenciaga (passati a Kering, ndr), siamo andati a rinnovare alcuni nostri marchi e a cercarne altri di grosso calibro. Penso ad Adidas, gruppo da 25 miliardi di euro di fatturato, e a Bmw, 97 miliardi di euro». Contratti lunghi, fino al 2024, e che vanno ad aggiungersi agli storici Guess e Tom Ford, che già rappresentano un terzo del fatturato. «Con quest’ultimo brand abbiamo rinnovato fino al 2029, firmando l’estensione di contratto più lunga nella nostra storia. Sanno che da noi possono avere gli occhiali migliori».
I numeri
Marcolin vende circa 14,6 milioni di occhiali all’anno e ha in portafoglio, oltre ai già citati, i marchi Bally, Moncler, Sportmax, Ermenegildo Zegna, Longines, Omega, Victoria’s Secret, Victoria’s Secret Pink, Roberto Cavalli, Atelier Swarovski, Barton Perreira, Tod’s, Emilio Pucci, Swarovski, Dsquared2, Diesel, Just Cavalli, Covergirl, Kenneth Cole, Timberland, Gant, Harley-Davidson, Marciano, Catherine Deneuve, Skechers, Candie’s, Rampage, Viva, Marcolin e Web.
Il fatturato del 2018 è stato di 482,2 milioni di euro (+2,8% rispetto al 2017), con un Ebitda di 57,2 milioni di euro (pari al 11, 9% del fatturato). Il 45% del business è concentrato in Nord America, il 30% arriva dall’Europa (in particolare, da Francia e Italia) e il 25% dal resto del mondo.
Dodici le filiali: in Europa (Benelux, Dach, Francia, Italia, Paesi nordici, Portogallo, Spagna, Regno Unito), America (Stati Uniti, Brasile) e Asia (Hong Kong, Singapore); 4 le joint venture, in Cina, Messico, Russia, Ue; 4 i centri logistici (Italia, America, HK, Brasile); oltre 150 distributori partner in più di 125 Paesi; 750 venditori.
I dipendenti a livello globale sono 1950 (+102 rispetto al 2018; +135 al 2017), in Italia sono 924, con un’età media inferiore di 40 anni. Nel 2020 verranno aperte due filiali in Australia e in Cina.
Ma oltre a fare incetta di marchi, quali sono le altre ricette per crescere? «Sostenibilità, infrastruttura tecnologica, formazione e soprattutto persone. Con un occhio molto attento alla comunicazione. Oggi basta un post su Instagram di un influencer per scatenare vendite di centinaia di migliaia di prodotti. Anche nel mondo dell’occhiale. Questa è la nostra nuova sfida, che non ci consente un attimo di rilassatezza. Bisogna essere sul pezzo ogni giorno». —
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