Nuovo rinvio per il passaggio di Sappada

Il dibattito si incardina in Senato ma si ferma subito: assente la relatrice Bisinella, impegnata in campagna elettorale
SAPPADA. Delusione ai piedi del Monte Peralba. Il Senato ha incardinato il dibattito sul distacco di Plodn dal Veneto ma non ha avviato il discussione, tanto meno ha votato. Lo farà probabilmente dopo le elezioni amministrative. In valle più di qualcuno si era illuso che ieri pomeriggio a palazzo Madama si sarebbe conclusa la lunga attesa di nove anni dal referendum. I più, tuttavia, avevano messo in conto la de-accelerata. E hanno realizzato che si sarebbe concretizzata quando, ieri mattina, hanno constatato l’assenza di Patrizia Bisinella, relatrice del provvedimento, impegnata nella campagna elettorale a Verona. «Siamo amareggiati – ammette Alessandro Mauro, del Comitato referendario – però vogliamo considerare il bicchiere mezzo pieno. Dalle dichiarazioni rese ieri in aula, siamo fiduciosi perché tutti i partiti si sono espressi per il sì».

Il più atteso era l’ok del Pd, che è arrivato da Francesco Russo, autorevole senatore triestino vicino ad Enrico Letta. «Anche noi siamo d’accordo – ha detto – perché si riconosca l’esito del referendum regolarmente svoltosi a Sappada ancora nel 2008». In aula, comunque, un po’ tutti hanno sollecitato tempi certi. Li ha chiesti, ad esempio, la senatrice feltrina Raffaela Bellot. «Stando agli accordi tra le varie forze politiche l’esame del provvedimento proseguirà nelle sedute previste per l’ultima settimana del mese di giugno – fa sapere Bellot – non sono certo mancate le difficoltà, dovute forse a mero calcolo politico. Lo spettro di un rinvio si è palesato anche nelle ultime ore, ma noi del gruppo Fare lo abbiamo respinto».

L’europarlamentare del Pd Isabella De Monte ricorda che fino a ieri il provvedimento era passato solo all’esame delle commissioni parlamentari e mai in aula. «Il fatto che ciò sia accaduto non è irrilevante: per la prima volta si è aperta la discussione generale sul testo e tutti gli interventi sono stati a favore del passaggio di Sappada al Friuli Venezia Giulia». C’è chi dice di sì a Sappada nella speranza che si sblocchino situazioni analoghe in giro per l’Italia e questo fatto potrebbe frenare il confronto a Palazzo Madama. Va all’attacco della relatrice Bisinella il senatore bellunese Federico D’Incà del Movimento 5 Stelle. «È uno schifo – arriva a dire – la senatrice Bisinella si deve vergognare per la sua assenza oggi in aula. Non è accettabile da un rappresentante del Senato che dimentichi di essere relatore su un provvedimento così importante per il Veneto e per tutta la montagna bellunese». Giovanni Piccoli, senatore di Forza Italia, va invece all’attacco del Pd. «Il voto su Sappada è stato rinviato senza alcuna vergogna dal Pd». Per Piccoli «la verità è che il Pd ha fatto tutto questo per motivi di convenienza elettorale: nell’accontentare Sappada e la maggioranza dei sappadini con un voto positivo al passaggio, infatti, si sarebbero scontentati tutti quei cittadini residenti nei comuni referendari e che a giugno vanno al voto, come Lamon e Cortina. Una mossa stucchevole». L’esponente di Forza Italia ricorda a malincuore che «la mia proposta di legge per istituire un fondo perequativo tra Friuli e Veneto – sulla falsariga del Fondo Odi – è stata più volte scansata». Proposta, secondo Piccoli, che eviterebbe il distacco di Sappada dal Veneto. Soddisfazione per l’incardinamento viene invece espressa da Laura Fasiolo, senatrice del Pd, che dichiara: «Ritengo non ci siano ragioni ostative al passaggio del comune di Sappada, della comunità di Sappada, dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, alla comunità friulana e davvero mi auguro in un positivo esito del provvedimento».

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