Occhialeria, l'appello di Berton: «Banche aiutateci»

«Fino a oggi ce l’abbiamo fatta da soli, ma ora abbiamo bisogno di liquidità. Le piccole imprese pronte a riassumere ». Così la presidente di Sipao Lorraine Berton
Lorraine Berton e l’interno di un’occhialeria bellunese
Lorraine Berton e l’interno di un’occhialeria bellunese
BELLUNO.
Un'inversione di tendenza che per diventare ripresa a tutti gli effetti ha bisogno del sostegno delle banche e della politica. All'indomani del direttivo di Sipao - la sigla che raggruppa le occhialerie del Bellunese - la presidente Lorraine Berton lancia un appello al mondo creditizio: «Il rilancio va appoggiato da tutti».

A più di due anni dall'inizio "ufficiale" della crisi internazionale, il comparto ha cominciato a registrare segni più che positivi. La novità dell'ultimo trimestre sta nel recupero delle piccole medie imprese. E si preannunciano nuove assunzioni.


Berton non è tipa da facili entusiasmi, ma l'aria respirata durante il summit con i colleghi è stata buona. «Abbiamo vissuto un periodo davvero difficile, ora posso dire che siamo ottimisti». Poi si corregge: «Ottimisti sì, ma cauti, sempre cauti».


I numeri della rimonta sono in corso di elaborazione dagli uffici di Confindustria e saranno diffusi a breve. «Parlare di ripresina forse è riduttivo», dice Berton. «Parlerei di inversione di tendenza». E azzardare il termine "ripresa"? «Lo farei, ma per parlare di ripresa», rimarca la presidente Sipao, «serve un aiuto concreto da parte delle banche. Finora ce l'abbiamo fatta da soli e c'è voluto molto coraggio».


Coraggio e investimenti: «Molti dei nostri associati hanno azzardato. C'è chi ha comprato macchinari nuovi, chi ha rivisto la propria organizzazione interna». Un procedimento che - a sentire Berton - è stato possibile grazie anche all'atteggiamento della manodopera: «I nostri dipendenti hanno capito la delicatezza del momento e sono stati i primi a imparare nuove mansioni».

La presidente di Sipao porta l'esempio della sua azienda, che si trova a Quero: «Prima della crisi lavoravamo più metallo, oggi plastica. E' un cambiamento considerevole, ma c'è stata buona volontà da parte di tutti».

Buona volontà che spesso non ha contraddistinto gli istituti di credito: «Per sostenere la ripresa occorre liquidità, serve fiducia. E' adesso che dobbiamo dare un colpo di reni. Durante la crisi non siamo stati supportati, adesso che le banche stanno meglio, è nell'interesse di tutti cambiare approccio».

Lo stesso vale per la politica, quella dei piani alti: «Bisogna incentivare i consumi e l'unico modo per farlo è ridare capacità di spesa alle famiglie».


Non è un caso che tra i mercati meno floridi ci siano quello italiano e quelli della vecchia Europa, soprattutto l'area mediterranea. A trainare la ripresa - pardon, l'inversione di tendenza - sono invece gli Stati Uniti, dove nell'ultimo trimestre del 2010 i dati sono ritornati positivi. Fenomeno questo che è stato sottolineato lunedì proprio dal Cda di Luxottica, che ha chiuso l'anno con un fatturato da record: 5,8 miliardi di euro. «L'amministratore delegato Guerra ha parlato di intraprendenza, velocità e innovazione. Concetti che in questi mesi sono appartenuti a tutti gli imprenditori dell'occhiale. Anche ai più piccoli», rimarca Berton.

Ed è proprio questo il punto: «Finalmente stiamo vedendo che anche le piccole medie imprese stanno recuperando. Hanno saputo innovarsi e stare al passo con i tempi. Gli ordini per il primo trimestre del 2011 sono buoni».

Cartina di tornasole, il fronte occupazionale: «C'è stato un calo dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali e contemporaneamente molte aziende si sono dette pronte a riassumere», conclude Berton.


«Sostenere le imprese adesso significa sostenere anche i lavoratori. Questo deve essere chiaro sia alle banche che alla politica».

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