Occupazione in calo nel 2018 In sofferenza la Valbelluna
Rallenta l’occupazione nel terzo trimestre 2018 in provincia di Belluno, specialmente quella femminile, giovanile e over 54; in sofferenza il comparto industriale con il metalmeccanico e l’occhialeria in primis. E battuta d’arresto in Valbelluna.
Questo il quadro evidenziato dalla segreteria territoriale della Cisl, analizzando i dati dell’Ufficio studi del sindacato. La provincia di Belluno non si è ancora buttata alle spalle la crisi del 2008. Anzi, i valori negativi del saldo occupazionale al settembre scorso sono simili a quelli di 10 anni fa. Una battuta d’arresto che tutti si augurano sia solo passeggera, per scongiurare un ulteriore aggravamento della situazione economica locale.
Occupazione
«Nel terzo trimestre 2018, sono 2.175 i posti di lavoro ancora da recuperare, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2017 quando i posti vacanti erano 1.800», sottolinea Gianni Pasian, segretario territoriale della Cisl, evidenziando che «si tratta di un dato su cui non pesa solo la fisiologica caduta occupazionale di settembre, legata alla chiusura della stagione turistica estiva, ma anche il rallentamento del mercato del lavoro nel manifatturiero, a partire dal metalmeccanico e dall’occhialeria, con un allarmante calo occupazionale in Valbelluna. Per raggiungere i livelli pre-crisi in provincia di Belluno a settembre di quest’anno mancavano ancora 4.160 posizioni, in peggioramento rispetto al secondo trimestre».
Valbelluna
Preoccupa la battuta d’arresto della Valbelluna. Se, infatti, i segni meno per l’Agordino e il Cadore sono normali per il terzo trimestre dell’anno, perché legati al termine della stagione turistica, la flessione dell’occupazione nella zona di Belluno, dove sono maggiormente concentrate le attività manifatturiere, è un segnale da non sottovalutare.
«Belluno ha invertito il saldo rispetto all’anno scorso, portandosi da +80 del 2017 a -295 del 2018. A Pieve di Cadore il saldo del terzo trimestre è stato -1.170, quasi identico al valore del 2017 (-1.165), così come ad Agordo il saldo per quest’anno è -740 contro i -620 del terzo trimestre del 2017. Unica area in controtendenza è Feltre, che mostra un saldo di +25 nel 2018 rispetto al -90 nel 2017.
GENERI ED ETÀ
Complice la stagionalità, a perdere il lavoro sono state soprattutto le donne: il saldo negativo nel terzo trimestre 2018 è pari a -1.175 contro il - 830 dello stesso periodo del 2017. Stabile il saldo negativo degli uomini con - 1.000 posizioni (erano -970 nel 2017). La diminuzione dei saldi ha interessato tutte le età, ma, rispetto allo stesso trimestre del 2017, sono più numerosi i posti di lavoro persi fra i giovani under 30 (-640 contro i -475 del terzo trimestre 2017) e gli over 54 (-730 contro i -535 del 2017). «Questo significa che i giovani hanno difficoltà a trovare lavoro, mentre anche gli over 54 sono troppo giovani ancora per andare in pensione. Non aiuta il cambio generazionale la “quota 100”. Inoltre, un certo impatto ce l’ha anche il Decreto Dignità per la forte incertezza normativa legata alla sua applicazione». —
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