«Oggi come allora per la democrazia»
BELLUNO. Una riforma della Costituzione che non rispetta le basilari regole democratiche e una questione, quella dei migranti, utilizzata in modo strumentale contro l’Europa. Sono tematiche di stretta attualità quelle che il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, e il presidente dell’Anpi, Gino Sperandio, hanno voluto porre al centro dei loro interventi, ieri mattina in occasione del 71° anniversario della Liberazione.
La cerimonia, come da tradizione, si è svolta in piazza Martiri, con l’alzabandiera e la deposizione di una corona al Monumento ai caduti della Resistenza, alla presenza di autorità militari e civili, associazioni d’arma e combattentistiche e numerosi cittadini.
«Oggi, 25 aprile, non posso esimermi dal segnalare, senza polemiche, la grande preoccupazione rispetto alle modifiche costituzionali, così come proposte», ha evidenziato Sperandio. «Le regole devono essere costruite in modo che la democrazia sia garantita. E bisogna creare gli anticorpi istituzionali che possano far fronte all’emergere di spinte politiche autoritarie. Per questo il dibattito da qui a ottobre, quando si terrà il referendum, deve entrare nel merito della questione. Dobbiamo chiederci se le riforme sono davvero utili ad allargare la partecipazione e a mettere in piedi la “coesione sentimentale” tra cittadini e coloro che li rappresentano».
E Sperandio (che ha ricordato le tre partigiane Tea Palman, Mariangela Massenz e Lia Poletto) ha insistito sul concetto di politica come “bene comune”, «che oggi sembra sia solo di pochi, quasi “sporca”. Condivido quanto affermato dal nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Davigo, il quale ha rilevato come il malcostume nel governo del bene pubblico non sia più sentito come una vergogna, ma come qualcosa di ineluttabile».
L’appello va allora all’impegno individuale, «affinché ciascuno cerchi di assicurare la dignità della partecipazione alla cosa pubblica». Una responsabilità individuale che deve essere esercitata anche per contrastare l’emergere di «una coniugazione tra spinte xenofobe, razziste e neofasciste», come le hanno definite Sperandio e Massaro.
E i riferimenti sono andati a quel che sta accadendo in questi giorni, in particolare in Austria. «Ha iniziato l’Ungheria, decidendo di erigere muri», ha ricordato il sindaco. «Allora pensai che forse bastava insegnare la storia nelle scuole. Ma poi sono seguiti altri fatti: il referendum del Regno Unito per l’uscita dall’Unione Europea. Al Brennero si realizzano muri anti-profughi. E in Austria la destra xenofoba è il primo partito». “Xenofobia”: una parola che sembrava dimenticata o solo pronunciata da pochi, «e che oggi, invece, torna sulle pagine dei nostri giornali», ha aggiunto Massaro.
«Finché l’Europa sarà tema di scontro politico tra diverse fazioni, è destinata a soccombere. E oggi la tematica dei migranti è utilizzata in modo strumentale contro l’Unione Europea stessa. Se non distinguiamo gli aspetti valoriali, legati a vita e dignità, da quelli gestionali, allora non siamo degni di stare in Europa. Oggi c’è la questione migranti, 90 anni fa quella di miseria e povertà. E sappiamo, purtroppo, dove ci ha portati».
Massaro ha fatto appello affinché ognuno di noi sia capace di ritrovare candore ed elevazione valoriale tipici della tenera età, «caratteristiche che si possono ritrovare nel commento di un bambino che, vedendo quel che sta accadendo in Austria, si chiede: “Ma perché, se queste persone hanno fame, non le lasciano entrare?”».
Anche nel resto della provincia si sono svolte varie cerimonie di commemorazione della liberazione.
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