Oggi nasce l’Unione tra Belluno e Ponte
Nasce l’Unione montana Bellunese. Dopo quelle della Valbelluna e dell’Alpago, ora tocca alla Comunità montana Belluno-Ponte nelle Alpi, che tra poche ore effettuerà il definitivo passaggio al nuovo ente.
Oggi si terrà infatti il consiglio dell’Unione, che prevede come punti principali all'ordine del giorno l’approvazione definitiva dello statuto e l’elezione del presidente. L’appuntamento è alle 16.30 nella sede della Comunità, in via Feltre a Belluno.
Il consiglio sarà anche chiamato a una ricognizione complessiva delle attività e delle passività, nonchè della situazione patrimoniale e finanziaria, delle risorse umane e strumentali, delle funzioni e dei servizi svolti, di evenutali rapporti giuridici pendenti della Comunità.
«Secondo la delibera regionale 2836 del 30 dicembre 2013, che dà le indicazioni in merito al passaggio tra Comunità e Unione, gli adempimenti più importanti sono quelli amministrativi e contabili, oltre alla nomina di un commissario ad acta», spiega Orlando Dal Farra che, in quanto presidente uscente della Comunità, secondo la legge eserciterà la funzione di commissario fino all’elezione di colui che sarà alla guida dell’Unione.
Al presidente del nuovo ente spetterà poi il compito di nominare gli assessori, al massimo due. «Lo statuto dell’Unione montana Belluno-Ponte nelle Alpi era stato adottato nel dicembre scorso», aggiunge Dal Farra, «oggi si provvederà ad approvarlo definitivamente. Importante il fatto che è stata inserita anche la possibilità di istituire comissioni particolari, in sostanza ad hoc, coinvolgendo più consiglieri comunali».
Per quanto riguarda il bilancio consuntivo, verrà definito nelle prossime settimane.
«Possiamo dire che il rendiconto della Comunità montana è sempre stato tenuto sotto controllo», dice ancora Dal Farra. «Tra l’altro ci auguriamo vivamente che a breve arrivino i soldi dei canoni idrici che ci deve la Provincia. Risorse che daranno la possibilità di portare avanti diversi lavori sul territorio».
Ma cosa cambierà una volta che la Comunità sarà diventata Unione montana? «Starà ai due Comuni di Belluno e Ponte capire quali servizi converrà accorpare», sottolinea Dal Farra. «Quel che è certo, è che l’Unione consentirà di avere più semplicità e facilità di azione. Un esempio è quello della gestione del patrimonio silvo-pastorale: quella di Ponte era già in carico alla Comunità. Con la delega recentemente data dal Comune di Belluno la gestione complessiva dei due territori sarà decisamente ottimizzata. Un passaggio importante, considerata la massa critica in gioco. Le realtà dei Comuni stanno delegando per avere il supporto logistico delle Unioni montane che, non avendo Patti di stabilità da rispettare, hanno più margini di azione». E ci sono già dei progetti predisposti dalla Comunità montana bellunese che saranno immediatamente trasferiti al futuro ente e che andranno in appalto in primavera: si tratta di quello per il recupero delle ex officine Orzes, in via San Francesco in località Borgo Prà di Belluno, che diventeranno uno degli elementi del "museo diffuso" del Bellunese, lungo l’Ardo e il Piave. Un progetto che ha avuto anche il parere positivo della Soprintendenza.
Ma si tratta anche di altri due interventi: «Quello della ciclovia», evidenzia Dal Farra, «che prevede la realizzazione del tratto da Soverzene al Lago di Santa Croce e il Fadalto e, in secondo luogo, tra Polpet (strada romana) e l’Alpago. Terzo progetto quello in fase di lavorazione per la centralina idroelettrica della Val Clusa, che non avrà impatto ambientale e garantirà incassi per circa 200 mila euro l'anno. Con l’ufficio tecnico stiamo inoltre lavorando a un parco progetti per il Piano di sviluppo rurale 2014- 2020, in primis per il recupero della località Maraschiada».
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