Olimpiadi, il duro ritorno alla realtà dopo le emozioni di Pechino. Ghedina: ora bisogna correre

Il sindaco ha manifestato a chiunque le preoccupazioni sulla road map. «Su trasporti e viabilità la Cina ci ha davvero fatto vedere grandi cose»

Alessandra Segafreddo

L’INTERVISTA

Tanta emozione, ma anche la consapevolezza che c’è molto lavoro da fare e non c’è più tempo da perdere. Il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, è rientrato ieri da Pechino.

Una grande emozione ritirare il vessillo olimpico?

«Ho ancor gli occhi che brillano dopo la cerimonia di chiusura dei Giochi di Pechino. Una grandissima emozione. Oggi abbiamo la bandiera olimpica con noi e devo dire che questo è un fatto che ci riempie di grandissimo orgoglio, ma abbiamo anche la consapevolezza che c’è tanto lavoro da fare. In particolar modo il Governo adesso deve esserci vicino per accelerare gli iter per organizzare al meglio le Olimpiadi 2026. Dobbiamo infatti arrivare in maniera puntuale all’appuntamento».

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In questi pochi giorni a Pechino ha avuto svariati incontri con rappresentati di sport e politica: ha espresso le sue preoccupazioni sui tempi stretti per arrivare pronti al 2026?

«Tutto questo l’ho ribadito in queste tre giornate di Pechino soprattutto ai rappresentanti italiani del Governo e delle intuizionisti sportive. Ho incontrato i membri del Cio e di varie Federazioni. Ora ci si aspetta un’accelerata. C’è la necessità di fare presto e di lavorare sodo. Con la sottosegretaria allo Sport Valentina Vezzali e con il suo staff ho fatto presente le nostre questioni, relative alla vicenda legata la commissario dei Mondiali 2021 a cui manca la firma per andare avanti con gli appalti. Ho fatto presente la necessità di accelerare le procedure del centro curling, se vogliamo che ci sia la possibilità di allenarsi per i nostri atleti, tra cui spicca l’oro olimpico di Stefania Constantini. Se vogliamo altre medaglie dobbiamo mettere in condizioni gli atleti di allenarsi. Ho fatto anche presente che la riqualificazione della pista da bob Eugenio Monti va attivata in tempi stretti. Ho parlato dei problemi legati alla viabilità e di tutto ciò che è afferente al progetto olimpico. Ci sono sicuramente le buone intenzioni, ma non bastano; bisognerà fare uno sforzo tutti assieme per riuscire a portare i risultati perché c’è tanto lavoro da fare per far ben figurare non solo Cortina, ma tutta l’Italia».

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Quale aspetto di Pechino 20222 l’ha colpita di più?

«L’esperienza di Pechino ci ha insegnato molto. La Cina è sicuramente un Paese molto diverso dal nostro, con delle luci e delle ombre. Ma, sotto il profilo organizzativo, ha dimostrato veramente una grande forza. Si respira questa grande potenza che è la Cina soprattutto per quanto riguarda i trasporti e la viabilità, i controlli straordinari: si pensi che ci sono 75 mila telecamere solo sulla città di Pechino. Certo la nostra Olimpiade sarà molto diversa, diffusa tra varie location: qui parliamo di una città di quasi 20 milioni di abitanti, ma sull’organizzazione abbiamo preso idee interessanti».

I dieci minuti che avete avuto a Pechino durante la cerimonia di chiusura, curati da Marco Balich, hanno riscosso gran successo...

«È stato uno spettacolo straordinario. Una pubblicità eccellente per l’Italia e per Cortina. Oltre un miliardo di persone erano collegate alle tv di tutto il mondo e ci hanno visto; molte per la prima volta probabilmente sentivano il nome di Cortina. Questo è un fatto promozionale straordinario, soprattutto se pensiamo che la Cina avrà nei prossimi anni circa 300 milioni di nuovi sciatori e quindi un mercato con grandi opportunità turistiche per noi e sul quale stiamo già lavorando da mesi. Marco Balich, che è lo scenografo di tante Olimpiadi, ha fatto un grandissimo lavoro facendo trasparire al meglio le peculiarità italiane. Nel volo di rientro ero assieme proprio a Balich e abbiamo parlato in vista delle cerimonie del 2026 per quelli che potrebbero essere i nessi su Cortina e soprattutto sulla medal plaza che si vorrebbe realizzare al trampolino di Zuel».

La bandiera desso dove la esporrete?

«Intanto andrà a Roma alla sede del Coni. Poi, a fine marzo, con l’arrivo della bandiera paralimpica che tornerò a prendere a Pechino il 13 marzo, è previsto un grande evento a Roma. Poi le due bandiere gireranno. Ne saranno fatte copie e le metteremo anche a Cortina, a Milano e in varie location d’Italia che ospiteranno i Giochi 2026».

Argomenti:olimpiadi 2026

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