Olimpiadi sulle Dolomiti, Kompatscher riflette: «Ma scordatevi le colate di cemento»

I presidenti delle Province autonome mettono già i paletti. «Si dovrà lavorare su ciò che già c’è a tutela dell’ambiente»

BELLUNO. Soddisfatto e, al tempo stesso, preoccupato. Così Giovanni Malagò, presidente del Coni. «Per ospitare i Giochi del 2026 dopo Torino si sono proposti anche il Veneto e l’Alto Adige: c’è una fuga in avanti di prese di posizioni, anche belle», osserva, «improvvisamente è tutto tornato di moda, forse anche per il successo di PyeongChang, non solo sportivo. Ma fermiamoci qua. Vediamo che idee ha il governo per il 2026 e poi si deciderà insieme se portarle avanti e in che modo».

Soddisfazione ma anche cautela da Bolzano e Trento. «Siamo pronti a lavorare insieme», manda a dire a Zaia il presidente di Bolzano, Arno Kompatscher, «ma prima devono cambiare le regole delle Olimpiadi per chi organizza».

Cosa intende il presidente? «Finora i Paesi candidati dovevano impegnarsi a costruire enormi centri stampa, villaggi olimpici e altre opere di notevoli dimensioni. Questa non è la mia intenzione», afferma, «se anche Bolzano presenterà la sua candidatura, dovrà essere una proposta costruita sull’esistente. Massimo con infrastrutture capaci di soddisfare bisogni effettivi della gente, non assolutamente solo in funzione olimpica...».

Ma anche Zaia vuole tenere il Veneto dentro una cornice virtuosa. Infatti risponde: «Quella delle Dolomiti dovrà essere un’Olimpiade pulita. Siamo contro la cementificazione per costruire nuove infrastrutture: la candidatura delle regioni alpine tra Belluno, Bolzano e Trento deve essere compatibile con l’ambiente. Questa è la nostra idea e questo potrebbe essere il contenuto della proposta comune dolomitica. Penso che il comitato saprà apprezzare uno scenario leggero ed ecologico».

Niente giochi–monstre, dunque. E nessun azzardo immobiliare o investimenti fuori portata a forte impatto ambientale. La pensa così anche Ugo Rossi, presidente Provincia di Trento.

«Prima di fare a gara per ottenere primogeniture, è necessario essere certi che si possano fare Olimpiadi all’insegna della sostenibilità, rispettose dell’ambiente e in definitiva a tutela di questo inestimabile patrimonio dell’umanità . È chiaro», aggiunge «che c’è un ragionamento in corso: approfondirò la questione con Zaia e Kompatscher».

D'Incà sulle Olimpiadi delle Dolomiti: «Grande opportunità»


Intanto c’è chi, come Nicola Finco, capogruppo della Lega in consiglio regionale del Veneto, non si limita ad applaudire, ma chiede che nel progetto venga coinvolto anche l’altopiano di Asiago. Mette le mani avanti, invece, la parlamentare Daniela Sbrollini, responsabile nazionale dipartimento sport del Pd. «L’annuncio di Zaia è un’idea ambiziosa, condivisibile ma tutta da ancora da costruire». Attenzione agli ambientalisti, comunque. Kompatscher in particolare ha l’esperienza del referendum a Innsbruck che ha respinto la candidatura anche condizionato dai timori di ulteriori sprechi ambientali.

«La candidatura delle Dolomiti è affascinante ed importante, ma Belluno», interviene con un pizzico di polemica Dario Bond, neoparlamentare di Fi, «non può fare la “cenerentola” in questa partita, nel confronto con Trento e Bolzano. I Mondiali di Cortina 2021 dovranno fare da traino a questo evento: servono quindi investimenti e infrastrutture, serve superare lo scontro ideologico e di parte e pensare al bene comune. Servono soprattutto iniziative per aiutare lo sviluppo economico e turistico della provincia di Belluno, per migliorare il sistema ricettivo e i collegamenti. Dopo le Dolomiti, non possiamo farci portare via anche le Olimpiadi». (f.d.m.)
 

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