Oltre cento bellunesi voteranno “fuori sede”
BELLUNO. Lontano dagli occhi, ma non dal cuore. Quello politico, perlomeno, che batte nel petto degli oltre cento bellunesi che hanno deciso di fare richiesta per votare dall’estero, dove risiedono temporaneamente. Una novità introdotta dall’Italicum e applicata per la prima volta a questa tornata elettorale.
Sono 123 le richieste arrivate alla Prefettura di Belluno da parte di altrettanti elettori residenti in Italia ma temporaneamente all’estero per motivi di studio, lavoro o cure mediche. Una circostanza sempre più frequente, soprattutto nelle giovani generazioni: tra Erasmus, stage all’estero ed opportunità di lavoro oltreconfine tantissimi giovani si sono trovati, negli ultimi anni, nella condizione di non poter votare perché troppo lontani da casa. Una condizione alla quale l’Italicum (legge 52 del 2015) cerca in qualche modo di agevolare introducendo una modifica alla legge 459 del 2001 sul voto degli italiani all’estero.
Alla luce delle modifiche apportare dall’Italicum potranno votare per corrispondenza anche tutti gli elettori che si trovano temporaneamente all’estero per un periodo di almeno tre mesi (che comprenda ovviamente anche la data dell’elezione) per motivi di lavoro, studio o cure mediche. Questa possibilità si estende anche ai familiari conviventi.
Per poter approfittare di questa possibilità gli elettori hanno fatto richiesta al proprio Comune (c’era tempo fino al 2 novembre). Alla Prefettura sono arrivate 123 richieste da altrettanti elettori sparsi in giro per il mondo. A questi si sommano i 42.445 elettori iscritti nelle liste dell’Aire, cioè residenti all’estero in modo stabile. Una cifra particolarmente significativa in provincia di Belluno, terra che storicamente ha conosciuto un notevole flusso migratorio.
Proprio il voto degli italiani all’estero è in questi giorni al centro del dibattito politico a causa delle modalità di espressione della preferenza. Il voto per corrispondenza, infatti, avrebbe minori garanzie rispetto ai seggi elettorali e non garantirebbe la segretezza e la libertà necessarie nel momento di più alta espressione delle libertà democratiche. Un sistema che, come ha ricordato il presidente dell’Associazione Bellunesi nel Mondo Oscar De Bona, ha delle falle e andrebbe ripensato.
«Mi è arrivata notizia che la documentazione elettorale sia arrivata anche ad una signora francese sposata con un italiano» spiega il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli, «ma questa signora non è una cittadina italiana. E non è tutto: alle ultime elezioni politiche ad una signora residente in Uruguay era arrivata la scheda elettorale allegata alla propaganda del Partito Democratico».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi