Oltre due anni di silenzio: centro islamico di Arten “sospeso”
FONZASO. Sono trascorsi ormai oltre due anni da quando l'amministrazione comunale di Fonzaso ha presentato ricorso al Consiglio di Stato per stoppare la realizzazione del Centro islamico con annessi spazi commerciali e culturali che l'associazione “Un passo verso la speranza” aveva individuato in un edificio realizzato nelle immediate vicinanze del campo sportivo di Arten dall'impresa Samaria e fermo da anni a livello di scheletro. E da Roma non è arrivata ancora l’attesa pronuncia a differenza del Tar del Veneto che nel giugno 2014 accolse in tempi record il ricorso dell'impresa Samaria dopo il primo diniego al progetto dell'allora amministrazione Furlin. Nella partita a scacchi che il Comune di Fonzaso sta conducendo contro la realizzazione del Centro islamico, la parola stallo e quantomai appropriata, tanto che pure i diretti interessati sono sfibrati da un'attesa che sta superando ogni logica.
L'imprenditore Dino Samaria è laconico: «Nessuna novità, mi sono informato recentemente dai legali che stanno seguendo la questione e mi hanno confermato che dal Consiglio di Stato non ci sono novità. A dire il vero, un po' di tempo fa erano filtrate delle voci che sembravano annunciare una decisione in tempi brevi. Poi è nuovamente calato il silenzio. Chissà», chiude sarcarstico, «forse a Roma hanno cose più importanti da trattare».
Mohsen Chemingui è il portavoce dell'associazione culturale “Un passo verso la speranza”, direttamente impegnata a tessere i contatti con i dignitari sauditi che nel dicembre del 2014 visitarono il sito. Proprio dall'Arabia Saudita sarebbero dovuti arrivare i sette milioni di euro necessari per completare l'intero blocco composto da un piccolo supermarket, una libreria, altre attività commerciali e la sala di preghiera che avrebbe poi dovuto radunare i musulmani praticanti che risiedono nel Feltrino. Durante quel sopralluogo fu valutato anche se realizzare uno studio televisivo al primo piano. In più dovevano arrivare sostegni economici anche per iniziative di tipo sociale, non limitate alla comunità araba, ma tese a coinvolgere gli italiani, con aiuti e sostegni mirati alle persone con difficoltà. Anche qui, al momento, è calato il silenzio: «È tutto fermo», ammette Chemingui. «e tutto è legato alla decisione che prenderà il Consiglio di Stato. In effetti l'attesa va per le lunghe».
Chiediamo se l'associazione sta valutando delle possibili alternative: «No, non ci abbiamo pensato. Se ci sarà il via libera per il sito di Arten bene, altrimenti lasceremo perdere», conclude Mohsen Chemingui.
La questione che il Consiglio di Stato deve dipanare è formalmente urbanistica perché l'area in cui il centro islamico dovrebbe sorgere non prevede la presenza di luoghi di culto. L'associazione “Un passo verso la speranza” ha invece sottolineato come l'obiettivo sia prima di tutto realizzare un centro commerciale, dove, a corredo, si ricava anche una sala di preghiera. Una tesi bocciata a suo tempo dal Comune di Fonzaso, contraddetto dal Tar del Veneto che diede il via libera al progetto sostenendo che non era possibile delineare i caratteri dell'irregolarità nel progetto presentato, nel frattempo ridisegnato dallo studio di architettura Fossati, che aveva reso le linee del centro più accettabili anche all'occhio dei residenti eliminando quei tratti arabeggianti e un po' kitsch che si vedevano nel primo plastico realizzato. Infine la decisione del Comune di appellarsi al Consiglio di Stato.(r.c.)
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